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MessaggioInviato: 18 luglio 2008, 10:56 
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Località: chiappera.... col cuore....
nel caso specifico non saprei (e probabilmente non lo saprà mai nessuno),ma che in generale sia solo più fortuna :roll:

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MessaggioInviato: 18 luglio 2008, 11:41 
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però anche ripetere una via alpinistica già effettuata mille volte può comportare gli stessi rischi ...

(le condizioni della montagna non son sempre uguali, il meteo gira spesso come meglio gli garba e non legge certo le previsioni ...)

Non è necessario cercarsi una via estrema tutta nuova per rischiare seriamente di non tornare...

Ovvio che ognuno "viaggia" in maniera più o meno consapevole dei propri limiti: con quelli si misura.
Ma indipendentemnete da quanto possa essere estrema una via, se la difficoltà è al limite delle mie capacità rappresenta comunque una cosa a rischio


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MessaggioInviato: 18 luglio 2008, 11:43 
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Cita:
In queste spedizioni non c'entra piu' la bravura umana.... è esclusivamente fortuna!!


non la vedo così se non hai certe capacità non ti viene neanche in mente (tipo a me)

Cita:
Ecco forse ho trovato la differenza che mi fa arrabbiare: la consapevolezza che quello che fai potrebbe chiuderti tutte le porte... ma doverlo fare per forza, in nome di un "alpinismo di punta" che ti permette di fare della tua passione una ragione di vita...


io dico che se decido di fare una cosa del genere sono consapevole di quello che mi può succedere e del fatto che potrei anche non tornare a casa (fa parte di quei traguardi che i grandi alpinisti vogliono raggiungere)
però quando mi alzo tutte le mattine per andare a lavorare ( che non è una scelta ma è una cosa che devo fare per forza questa si!) e pensare che la sera non potrei tornare a casa per me è peggio così.

adesso lui dal punto più in alto di tutti è lì che aiuta i suoi compagni a venirne fuori

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Borsanæo... In t' en paise de muntagnin
A Zena nu guei vixin...


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MessaggioInviato: 18 luglio 2008, 12:02 
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Cita:
Comunicato stampa

n. 15/2008 del 18/07/08

DECOLLATI: MONDINELLI E GALLO IN VOLO SUL NANGA PARBAT


BERGAMO – In questo istante, dal campo base Rakhiot del Nanga Parbat,
l’elicottero Ecoureil B3 con a bordo Silvio Mondinelli, Maurizio Gallo e due
piloti sta decollando per tentare di avvicinarsi alla parete e avvistare Walter
Nones e Simon Kehrer.



Una lieve schiarita sembra consentire, prima del tramonto, di effettuare questo
tentativo che ha anche la funzione di segnalare a Nones e Kehrer che non sono soli.






Per maggiori informazioni contattare il nostro ufficio stampa.

Francesca Steffanoni - Communications & External Relations Manager
Comitato EvK2Cnr - High Altitude Scientific and Technological Research
Via San Bernardino 145 - 24126 Bergamo


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MessaggioInviato: 18 luglio 2008, 17:50 
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tornato e letto ...

premetto che le mie considerazioni sono ( .. e sono state ) dirette ad un commento generale sulla questione e non alle persone coinvolte direttamente nel caso ( .... e mi auguro che i superstiti tornino a casa sani e salvi :!: )

per quanto riguarda le notizie, dai tempi degli "eroi nazionali" che finivano sulla Gazzetta e nei Tg e piu' recentemente del messia-messner teso a mercanteggiare la sua attività di lustri ne son passati .... ora tolto qualche articolo centellinato qual è là non c'è spazio per la "montagna al positivo", viceversa è un susseguirsi di cronache nere, scandali, articoli spazzatura ed una marea di altre "notizie al negativo", seguendo questa linea quando le agenzie diramano la notizia montana drammatica i giornali ed i tg pubblicano ... esattamente come per il resto ....


a mio avviso presa sul generico l'attività in montagna si puo' superficialmente suddividere in due componenti : quella "soggettiva" e quella "oggettiva", la prima riguarda noi stessi, le nostre capacità e la nostra esperienza rapportate all'azione che abbiamo scelto di svolgere, la seconda riguarda l'ambiente che andiamo ad affrontare ed è indipendente dalla nostra bravura e dai nostri mezzi, qui ndi se ci riferiamo ad attività di un certo livello si parla di "pericoli oggettivi" .....

se dal generico passiamo allo specifico credo che tutto stia nella proporzione
tra queste due componenti, nel caso di un uscita dilettantistica dove la prima condizione supera di molto la seconda ( ... senza dimenticare che dalle nostre parti si è in genere coperti da un sistema di soccorso ) .....
oppure in spedizioni professionistiche internazionali che pur essendo connotate da luoghi remoti ed isolati, con problemi logistici e di sicurezza la componente "oggettiva" non sovrasta quella delle proprie capacità, sui due piedi mi viene da pensare alle spedizioni di Ongaro-Barmasse-Brenna oppure Glowacz-Jasper e molte altre simili ..... l'incidente grave ed irrimediabile puo' essere sempre dietro l'angolo per chiunque pero' vedo ancora una logica dietro l'azione in sè .....

nei fatti discussi invece questa logica fatico molto a trovarla e la componente "oggettiva" ha una percentuale molto maggiore rispetto a quella soggettiva, anch'io credo come mrs.bonsai ( .. ma è solo una combinazione, lo affermerei anche con chiunque altro ... ) che il fatto di riuscire o meno dipenda in buona percentuale dalla sorte, dal momento che si decide di andare a cacciarsi in certi posti ......

inoltre andando a ritroso nel tempo, piu' o meno trent'anni fa c'era già chi si ingaggiava in attività simili, ad esempio J.Tasker e P.Boardman ( ... la loro linea al Changabang mi sembra sia ancora "irripetuta" ), Casarotto, D.Scott e molti altri .... fermo restando la libertà di ognuno di esprimersi e scegliere i propri obiettivi, credo che l'attività di punta riguardi il portare in avanti, magari rivoluzionando un po' le cose, l'attività stessa ...
sempre presi a casaccio mi vengono in mente Motto, Pedrini,Berhault, Huber nelle solitarie,Gullich, Larcher, quelli già scritti sopra insieme a molti altri ....

l'evoluzione dell'alpinismo negli anni 2000 potrebbe essere quella di prendere coscienza che oramai su certi terreni "l'evoluzione" non è piu' possibile ma resta solo spazio per il rischio fine a se stesso e magari certe attività andrebbero un attimino ridimensionate ..... :wink:


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MessaggioInviato: 18 luglio 2008, 18:23 
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bonsai ha scritto:
per quanto riguarda le notizie, dai tempi degli "eroi nazionali" che finivano sulla Gazzetta e nei Tg e piu' recentemente del messia-messner teso a mercanteggiare la sua attività di lustri ne son passati .... ora tolto qualche articolo centellinato qual è là non c'è spazio per la "montagna al positivo", viceversa è un susseguirsi di cronache nere, scandali, articoli spazzatura ed una marea di altre "notizie al negativo", seguendo questa linea quando le agenzie diramano la notizia montana drammatica i giornali ed i tg pubblicano ... esattamente come per il resto ....


Si, forse non dovrei stupirmi più di tanto... Si sa che (come si dice in gergo) l'onda mediatica sale e anche di molto proprio con i fatti di cronaca nera. Quindi, in perfetto allineamento al resto delle notizie al negativo, anche la montagna al negativo ravviva tutti i media.
Forse è proprio un dato di fatto della nostra società... .... chiuso OT, vedo ora su montagne.tv questa notizia: http://www.montagna.tv/?q=node/8081


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MessaggioInviato: 18 luglio 2008, 18:48 
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si ok :!: :wink:
però ....
personalmente non mi sento di giudicare il motivo per cui "... uno va a cacciarsi proprio lì ?"

Ci possono essere mille motivi, per molti versi ognuno dei quali potrebbe essere giudicato da "fuori di testa" o comunque assurdo...

provo a tirarne fuori solo un paio:
- ho fatto imprese di un certo livello, lo sponsor spinge perchè faccia "la grande l'impresa" ... ok, ci provo ..

in questo caso sono pienamento d'accordo con il tuo punto di vista: ci sono cose ben più importanti nella vita e, soprattutto, queste motivazioni non sono certo favorevoli ad un successo (almeno come approccio mentale) .

- ho fatto imprese di un certo livello, le cose che ho fatto non mi hanno portato al limite: sono convinto di poter suiperare difficoltà tecniche e psicologiche ben maggiori.

E' la "classica" sfida che ha portato l'uomo a raggiungere obiettivi per lo più impensabili

Perchè "qualcuno" ha pensato di salire sul Bianco?
Perchè salire sull'Everestò
Perchè salire sul Cervino da Nord quando sono già saliti da altri versanti?
Perchè fare l'Everest nel periodo dei monsoni?

sono solo pochi esempi alpinistici: lo stesso discorso anche su altre materie !

Ognuno dei personaggi coinvolti nelle imprese citate ha sicuramente avuto motivazioni differenti

(il discorso che facevo prima - basato sui limiti di ciscuno - era riferito a questo caso: la sfida, trovare il proprio limite .. e non è detto che se vado a fare la nord del Lyskamm, e mi trovo in condizioni estreme, riesca ad uscirne vivo perchè tanto lì vengono a salvarmi)

Ancora diverso è il discorso di pensare alla famiglia.
Ovvio che se si pensa al coniuge, al proprio figlio, o anche soltanto al fratello in difficoltà che non ha nessuno ... viene a mancare qualsiasi prerogativa anche solo per andare sulle apuane.

In questo caso il sentimento è da 10 e lode e vale più di qualsiasi impresa alpinistica (almeno a mio parere)

Se un'alpinista di livello pensasse - anche solo per un attimo - che su certi terreni non è più possibile alcuna evoluzione, allora non farebbe più l'alpinista.
Credo sia "umano" trovare nuove motivazioni.


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MessaggioInviato: 19 luglio 2008, 8:27 
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roc ha scritto:
.....Se un'alpinista di livello pensasse - anche solo per un attimo - che su certi terreni non è più possibile alcuna evoluzione, allora non farebbe più l'alpinista.


il punto è proprio questo e la pensiamo in maniera differente ....
non intendo giudicare nessuno, pero' commentare i fatti e le azioni si', chiaro che anche secondo me ognuno è libero di perseguire l'attività nella maniera che ritiene piu' opportuna, ad esempio riesumando il "ventennale" discorso delle invernali oppure calcando pareti ancora inviolate rischiando piu' del dovuto .... che faccia evoluzione è un altro discorso ( se altri hanno già fatto decine d'anni prima )e credo che nessuno abbia la verità in tasca, da parte mia ho messo un punto di domanda, anche sul fatto se sia ancora possibile proseguire in certi campi o se la parabola dell'evoluzione alpinistica non sia giunta al capo-linea :arrow: ..... in questo caso non sarebbero certo i singoli alpinisti a doversi pronunciare od indicare nuovi indirizzi ma chi in qualche maniera guida il movimento i vari DaPolenza, Messner & C. ..... ad esempio nelle Alpi concluse le varie "fasi storiche"
la situazione si è abbastanza stabilizzata, mica si continua all'eccesso a cercare nuove soluzioni ... e di seraccate, pareti marce e quant'altro c'è ne sarebbe a sufficienza ....

la discriminante resta a mio parere il "pericolo oggettivo", quando questo è troppo elevato anche per i canoni della mentalità alpinistica ( già differente da quello "dell'uomo di pianura" ) non mi accodo alle considerazioni degli esperti di turno o alle "considerazioni d'ambiente" e credo che qualche "paletto" andrebbe messo ......


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MessaggioInviato: 19 luglio 2008, 18:06 
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ciao bonsai, ho letto attentamente i tuoi post mi permetto solo però di precisarti una cosa che forse ti sfugge, che in montagna (così come si insegna nella lezione dei pericoli in montagna ) non esistono solo i pericoli "oggettivi" ma bensì anche quelli "soggettivi"!

ti riporto solo queste due righe:

"...l'esperienza ci insegna che la maggior parte degli incidenti in montagna non è causata dai pericoli oggettivi ma bensì dall'alpinista, proprio perchè i pericoli di natura soggettiva sono legati alla "persona", possono e dovrebbero essere evitati..."

ciao :wink:

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MessaggioInviato: 20 luglio 2008, 10:50 
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http://www.montagna.tv/?q=node/8089


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MessaggioInviato: 20 luglio 2008, 23:04 
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paolino ha scritto:
ciao bonsai, ho letto attentamente i tuoi post mi permetto solo però di precisarti una cosa che forse ti sfugge, che in montagna (così come si insegna nella lezione dei pericoli in montagna ) non esistono solo i pericoli "oggettivi" ma bensì anche quelli "soggettivi"!

ti riporto solo queste due righe:

"...l'esperienza ci insegna che la maggior parte degli incidenti in montagna non è causata dai pericoli oggettivi ma bensì dall'alpinista, proprio perchè i pericoli di natura soggettiva sono legati alla "persona", possono e dovrebbero essere evitati..."

ciao :wink:


ciao paolino, i "soggettivi" gli ho citati ..... prima dei pericoli oggettivi :wink:

il caso in questione mi sembra completamente al di fuori, per tutta una serie di ragioni che sono anche state trattate o discusse in questo topic, dall'esempio molto generico che hai riportato ..

P.S. pur supponendo a cosa ti riferisci, non ho chiaro il riferimento alla "lezione" che citi ....


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MessaggioInviato: 20 luglio 2008, 23:11 
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Cita:

"Siamo fuori dalla via, stiamo bene, scendiamo dalla Buhl". Poche, ma cariche di speranza le parole che Walter Nones e Simon Kehrer sono riusciti a dire pochi istanti fa collegandosi finalmente con l'Italia. I due alpinisti, che hanno raggiunto il Bazin Glacier, sono riusciti finalmente a chiamare con il telefono satellitare calato ieri dall'elicottero di soccorso della missione organizzata da Agostino Da Polenza.


La voce è sicura, squillante. "Stiamo bene - dice Walter Nones a Da Polenza -. Siamo all'estremità superiore della via Buhl. Domani mattina iniziamo la discesa. Abbiamo gli sci".

La conversazione è breve, ha qualche salto di linea, ma si svolge in maniera chiara. Poche decine di minuti dopo una nuova telefonata tra Da Polenza e Kehrer definisce la strategia per le prossime ore.

"Intorno alle 6 di domani mattina i due alpinisti inizieranno a scendere di quota - spiega Agostino Da Polenza -. Percorreranno la via aperta da Hermann Buhl nel 1953. E' lunga e complessa: circumnaviga tutta la parete Rakhiot dalla sua parte sinistra. Nones e Kehrer hanno deciso di scendera da lì, come tra l'altro aveva programmato Karl Unterkircher, perchè a 6.400 metri c'è un campo deposito che avevano lasciato lassù nelle scorse settimane, durante le salite d'acclimatamento".

"Nel corso della giornata avremo contatti continui con loro - continua Da Polenza - per decidere come muoverci. Evidentemente il sistema di soccorso resta in allerta fino a quando i due alpinisti non saranno al campo base. La discesa verrà seguita passo passo da Maurizio Gallo e Gnaro Mondinelli che sono pronti a intervenire dai piedi della Rakhiot".

L'avventura non è finita, dunque. Ma oggi, un grosso sospiro di sollievo ha rincuorato gli animi che per giorni hanno vissuto fra la preoccupazione per la difficile situazione dei due alpinisti e il dolore per la tragica scomparsa di Karl Unterkircher. Uno sguardo al calendario rende spontaneo, e inevitabile, un pensiero a quello che l'anno scorso era accaduto in questa data.

Oggi è il 20 luglio. Era circa mezzogiorno, quando Walter Nones ha chiamato per dare la bella notizia. L'anno scorso, alla stessa ora, Karl Unterkircher era arrivato in vetta al Gasherbrum II dopo averne salito l'inviolata parete Nord. E aveva chiamato in redazione, insieme a Daniele Bernasconi, per annunciare quello che purtroppo è stato l'ultimo, splendido successo della sua incredibile carriera.


http://www.montagna.tv/?q=node/8091

.


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MessaggioInviato: 21 luglio 2008, 9:12 
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bonsai ha scritto:
...
la discriminante resta a mio parere il "pericolo oggettivo", quando questo è troppo elevato anche per i canoni della mentalità alpinistica ( già differente da quello "dell'uomo di pianura" ) non mi accodo alle considerazioni degli esperti di turno o alle "considerazioni d'ambiente" e credo che qualche "paletto" andrebbe messo ......


capisco il tuo punto di vista, ma non lo condivido, se non in parte.

Ma solo per quanto dicevo già prima: gli stimoli per fare determinate cose possono essere molti.
Se si vuol mettere dei paletti ... gli stessi andrebbero messi in moltissime attività sportive.

Forse andrebbe visto a fondo se certe cose sono fatte con vera motivazione o se viene "spinta" da altre persone e/o per altre ragioni (tra questi gli sponsor)

Sulle ultime notizie, mi pare di capire che i due abbiano retto abbastanza il colpo psicologico per uscirne con i propri mezzi ...


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MessaggioInviato: 21 luglio 2008, 12:12 
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tu sostieni che la discriminante sia il pericolo oggettivo secondo me invece è quella soggettiva ovvero lo "stato" psicologico o mentale del povero alpinista(la stessa moglie ha dichiarato che il marito le aveva riferito di aver paura e qulache perplessità)...
forse ma dico forse questo potrebbe aver inciso sull'incidente;questo è quello che volevo far capire nel mio generico intervento e spero di averti fatto capire il mio punto di vista
:wink:

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MessaggioInviato: 21 luglio 2008, 13:23 
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paolino ha scritto:
tu sostieni che la discriminante sia il pericolo oggettivo secondo me invece è quella soggettiva ovvero lo "stato" psicologico o mentale del povero alpinista(la stessa moglie ha dichiarato che il marito le aveva riferito di aver paura e qulache perplessità)...
forse ma dico forse questo potrebbe aver inciso sull'incidente;questo è quello che volevo far capire nel mio generico intervento e spero di averti fatto capire il mio punto di vista
:wink:


credo di aver capito il tuo punto di vista ed anche quello di altri intervenuti :wink:

... solo che avevi scritto che "mi era sfuggita" la componente soggettiva, mentre invece l'avevo citata forse prima delle altre, tutto qui ...

il mio punto invece voleva considerare che in certi ambiti e certi settori troppo presi "dall'ambiente che condiziona" si tende ad "andare oltre" e ci si spinge dove la componente soggettiva diventa bassissima se non uguale a zero ... :wink: :wink:


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