Chi è Marco Schenone:
Iscritto alla sez Ligure del Cai nel 1979, ha seguito un corso di alpinismo della Giovane Montagna nel 1980; ma per la scalata è autodidatta.
Ha iniziato scalando il primo 4000 sul m. Rosa nel 1979, con un compagno occasionale: conosciuto per telefono (aveva solo 16 anni e non conosceva nessuno che scalasse).
Da allora tutta la sua vita si è improntata alla montagna: anche a livello lavorativo ha sempre cercato il modo migliore per avere il tempo giusto da dedicare agli allenamenti e alle spedizioni, anche a costo di un misero stipendio.
Ha effettuato Più di un migliaio di scalate classiche tra le alpi e le montagne del mondo (sino ad una difficolt? massima di 7a+), con molte vie nuove di roccia ghiaccio e misto sulle Alpi Marittime e le Apuane (per ovvie ragioni logistiche, essendo Ligure).
non ha mai curato tanto l'arrampicata libera Più difficile?
<<perchè non provo mai le vie e soprattutto perchè non sono abbastanza bravo da farle>> !!!
Predilige le attività in giornata, con partenze nel cuore della notte, perchè non ama dormire in rifugio:
<<meglio una sveglia alle 2 di notte o un bel bivacco sotto le stelle>> ...
Con il passare degli anni ha conosciuto molti alpinisti con cui salire vie un p? ovunque: con Giancarlo Grassi ha effettuato le prima ripetizione della goulotte Colata di stelle all'Asta Sottana, con Gianni Calcagno e Roberto Piombo, tra il 1989 ed il 1990, ha aperto magnifici itinerari di misto sempre tra Marittime ed Apuane che, in quanto a difficolt?, ancora adesso stanno alla pari con quelli del moderno dry-tooling.
Purtroppo il destino ha voluto che la loro cordata si spezzasse troppo presto: la montagna d? tanto ma spesso si prende i migliori compagni.
Lui stesso è stato protagonista di alcuni incidenti, Più o meno gravi.
Soprattutto grazie all'amicizia con Walter Savio, uno dei Più attivi e raffinati arrampicatori liguri sempre alla ricerca di nuove pareti, ha scoperto nel 2000 le favolose pareti della Sardegna e della Corsica che da allora sono diventate un p? la sua seconda casa.
Frequenta dal 79 le palestre di roccia liguri con privilegio di vivere l'ultimo scorcio di quella che è stata l'epoca pionieristica del finalese: il tempo in cui a Rocca di corno c'erano ancora solo 5 o 6 vie a chiodi e tirarli con le sole mani, senza usare le staffe, non era considerato barare!
Il primo volo su roccia è coinciso proprio con la prima scalata a Finale, tentando da capocorda la via Ferdinando e saltando su un chiodino per 7 -8 metri.
Per le cascate di ghiaccio i primi approcci risalgono al 1981-82, quando la piolet-traction era ai primordi e il cascatismo praticato da pochissimi avventurosi ?
<<oggi mettermi in coda per piantare le picche nei buchi altrui o per scansare i proiettili ghiacciati delle altre cordate mi attira molto meno>> ...
Tra le vie Più significative si può ricordare il Pilone Centrale ed il Pilastro Bonatti al Dru, saliti praticamente non stop con in mezzo la Vaucher al Peigne nel giro di soli 6 giorni ...
<<avevo solo 22 anni e seppi sopportare bivacchi e brutto tempo con una certa determinazione>>
Le prime spedizioni extraeuropee, con la salita dell'Alpamayo nel 1987 dell'Huascaran nel 1995 , dell'Illimani nel 1998 e di molte altre vette sulle Ande peruviane e boliviane.
Nell'himalaya indiano ha partecipato come istruttore ad un corso per guide locali effettuando la prima ascensione assoluta del Mountain Wildernees Peak, vetta vergine di 5500 metri nell'Himachal Pradesh.
Ha scalato nell'Hindukusch pakistano nel 1999 ed in quello afghano nel 2003 con l'ascensione del Noshaq 7492, la vetta Più alta del paese (da 25 anni irragiungibile), con la missione Oxus.
In questi ultimi 3 anni ha scoperto l'arrampicata nel deserto effettuando molte minispedizioni dal Marocco all'Algeria al Mali, Giordania, Oman, paesi dove si è recato Più volte con Sabrina Gasparini, da lui stesso ritenuta la Più forte alpinista genovese attuale.
Con lei ha scalato la torre del Kaga Tondo in Mali, ed è questa la scalata che ricorda come la Più bella ed impegnativa compiuta su roccia: uno sviluppo di 800 metri, difficolt? sino al 7? grado inferiore, senza alcuna protezione in loco, un bivacco in un nido di avvoltoi sospeso su di un vuoto vomitevole... Per Sabrina era la prima ascensione assoluta femminile, perlomeno a livello italiano!
<<L'arrampicata nel deserto mi ha restituito quel senso di avventura, quella solitudine tutte quelle sensazioni per cui quasi trent'anni fa mi ero avvicinato alla montagna e che l'affollamento degli ultimi tempi mi aveva un p? rubato>> ...
Dal 1998 è membro del Club Alpino Accademico Italiano.
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