La follia continua ... col mitico Grizzly siamo andati a "domare" lo Spigolo Murari sull'Uja Bessanese ... via di 600m (
) molto molto aerea di III grado con passi di IV. L'unico neo della via è la roccia non molto bella e spesso con "macigni" mobili ...
E vai con il resoconto:
Venerd? 12 agosto esco da lavorare alle 14.00 destinazione Torino a recuperare il compare Grizzly. Alle 16.30 siamo già in macchina verso la valle Ala. Alle 18.30 lasciamo la macchina al Pian della Mussa (m 1787) e iniziamo a salire verso il Rifugio Gastaldi (m 2656). Fa parecchio caldo, ma non avendo il sole dietro la schiena si sale abbastanza bene. In 1:45 ce ne saliamo al rifugio pregustandoci un bel vinello ... unico neo una leggera contrattura ad un muscolo della coscia sinistra che non lascia presagire nulla di buono per l'indomani.
Ci scoliamo un litro di vino in 2
e a nanna. Questa volta al Grizzly va di culo che ci danno il camerone gigante e così ci mettiamo ai lati opposti e non deve subirsi il mio russare ...
Sveglia alle 4.45, colazione e alle 5.30 usciamo dal rifugio. C'? aria fredda che tira da nord, ma la mattinata è splendida. Cominciamo l'avvicinamento. La prima parte è una traccia di sentiero che scende verso l'ex-morena glaciale e poi attacchiamo su per la ripida lama di terra che conteneva il ghiacciaio stesso. La percorriamo tutta, a tratti quasi verticale, molto faticoso ... la contrattura al muscolo si fa sentire ... speriamo bene. Arriviamo in cima alla lama di terra, inizia ad esserci luce e ci rendiamo conto che siamo saliti troppo. Iniziamo a scendere verso ci? che resta del ghiacciaio e ci prepariamo ad attraversarlo. La mattinata è fredda e quindi il ghiaccio sarà sicuramente bello duro ... per fortuna ci sono delle pietre incastrate che ci permettono di tentare l'attraversamento. Si passa abbastanza bene, a parte qualche crepaccio un p? infido che ci costringe o ad aggirarlo o a crearci degli scalini con il martello da roccia (i ramponi e la picca non li abbiamo xchè il gestore ci ha detto che non servono). In effetti in poco tempo riusciamo ad arrivare dall'altra parte e ad attaccare il pendio di pietraia e sfasciumi che conduce alla base della via. Quel tratto l? è stato davvero un calvario ... il muscolo che mi faceva male, un p? di ansia se proseguire o meno, Più la ripidit? del pendio ...
In ogni caso alle 7.15 siamo all'attacco della via.
Grizzly mi chiede cosa facciamo e io gli rispondo che proviamo i primi tiri e vediamo come risponde il muscolo ... anche perchè mi fa male solo la parte dietro durante il passo e non il muscolo della coscia vero e proprio.
Il primo tiro è un III grado ben appigliato che serve solo a portarci su uno zoccolo rialzato di sfasciumi. Da l? proseguiamo in conserva fino a quando la parete inizia a diventare verticale. Ci spostiamo sullo spigolo e cominciamo la salita vera e propria. Il muscolo tace ...
I primi 2-3 tiri sono su roccia davvero molto brutta. Tutto quello che tocchi o si muove o ti resta in mano ... non è difficile, ma è da salire in modo molto delicato. In particolare c'è da passare un strapiombetto ben appigliato, ma con tutta roccia mobile attorno ...
Finalmente arriviamo all'attacco della linea dei torrioni vera e propria. L? la roccia migliora abbastanza e la salita diventa davvero divertente. I passaggi sono sempre di III grado, IV al massimo su parete verticale sempre espostissima ... in pratica si continua a seguire la lama che va su ... In particolare fa molto effetto quando si raggiunge la sommit? di qualche torrioncino e bisogna scendere sul dietro ... in quei punti l? l'esposizione è davvero a 360? con 200-300m di vuoto sotto in tutte le direzioni ... comunque ci sono sempre appigli ovunque!
La salita procede bene, la gamba è a postissimo (meno male
) e completiamo tutta la cresta che porta sotto al pendio finale dove si trova un ometto. Da l? si deve scendere qualche metro per attaccare l'ultima rampa di un'ottantina di metri. Quel tiro l? con corda sempre sospesa a mezz'aria è davvero massacrante per Grizzly che decide di fare una sosta a met?. Lo raggiungo e ci apprestiamo a fare l'unico vero tiro non banale. Quel tiro il IV grado ci sta tutto ... si tratta di un muretto verticale poco appigliato che finisce su uno strampiombo sovrastato da rocce instabili ... brutto posto ... davvero brutto. E quel che è peggio che Grizzly l'ha protetto con un nut quasi impossibile da recuperare. Ma io ho la testa dura ... e così con i piedi su una micro-lama di roccia (w i polpacci) e in equilibrio precario ... in 5 minuti di frenetica guerra gli recupero il nut ... Poi esco fuori, salgo leggermente e trovo un buon appiglio per superare lo strapiombo ... finalmente le rocce instabili sono SOTTO di me ... Pochi passi e lo raggiungo ... per lui il nut era già perso quando lo aveva messo ... mi chiede come ho fatto a toglierlo ...
Siamo sotto la vetta ... Grizzly parte, poi mi da un chiamo e saliamo sulla prima parte della vetta dell'Uja Bessanese (Segnale Rey). Sono le 15.00 ... ci abbiamo messo 7.30 ... non è male!
Sulla vetta c'è vento forte e vedere che la famosa Madonnina di vetta è molto lontana da noi alla fine di una cresta infinita ci fa capire che la battaglia è ancora in corso. Facciamo una doppia di una quindicina di metri e scendiamo dalla prima vetta. Poi, vista l'esposizione, ci facciamo sicura per un lungo traverso che passa sotto la seconda vetta fino ad arrivarci sotto. Quindi la saliamo e l? lo sfasciume è totale. Alle 16.00 siamo sulla seconda vetta, la Più alta, quella con il segnale Baretti (m 3604). Da l? bisogna fare un doppia nel vuoto di una ventina di metri ... io non l'ho mai fatta. Mi lascio prendere un p? dalla paura, ma poi mi butto. E' un attimo, poi mi trovo a penzolare nel vuoto spinto dal vento ... la sensazione è forte, ma bellissima. Ancora pochi passi e siamo sulla terza vetta, quella con la Madonnina e il segnale Tonini (m 3584). Finalmente un attimo di relax. Ci togliamo le scarpette e ci prepariamo al ritorno che si preannuncia infinito ... arriveremo che è notte.
Scendiamo lungo la normale (lato francese) disarrampicando e facendo una doppia lungo l'unico saltino roccioso ... in breve ci togliamo dalla roccia e arriviamo sulla pietraia ... sono tutte pietre mobili!! Da l? è veramente infinita la discesa prima per pietrisco, poi per pietraia, quindi a mezza costa per terriccio e sfasciumi per raggiungere ci? che resta della ghiacciaio d'Arn?s. una volta giunti sul ghiacciaio bisogna risalire fino al passo d'Arn?s (m 3010) per tornare in Italia. Si sale bene perchè è ghiaccio solcato da rigagnoli d'acqua e pieno di pietrisco che fa attrito. Lungo la salita del ghiacciaio io penso bene di mettere il piede in punto in cui c'è fango (fango+ghiaccio) e così tiro una mina mostruosa nel fango battendo proprio dove mi faceva male il muscolo. Mi rialzo in condizioni quasi penose ... ma mi viene da ridere ... la follia ormai è totale (nota: dopo quella caduta il male al muscolo è sparito ... è rimasta solo la tumefazione della caduta
). Comunque in breve arriviamo al passo d'Arn?s e iniziamo l'interminabile discesa verso il rifugio.
Per farla breve arriviamo al rifugio che sono le 21.30 e il rifugista ci viene incontro dicendo che stava per chiamare il soccorso alpino ... ma tutto è bene ci? che finisce bene ... e vai con un altro litro di vino in 2 ... ma questa volta è per festeggiare!!
Tempo 10 minuti e siamo entrambi a nanna ... anche questa volta ci siamo sorbiti un giretto di 16 ore ...