Riporto paro-paro la relazione di Roccati:
Via “Aprosdoketon” (Ernesto Dotta, Christian Roccati) D+/TD-, 5c/VI (5b/5c obbl.) 100 m
Storia della via Appena finita l’apertura e relativa chiodatura della via Panta Rei ad inizio 2010, sulla parete nord della Rocca di Perti, Ernesto Dotta e Christian Roccati hanno ipotizzato e realizzato una nuova linea seguendo il profilo geomorfologico della montagna. Sembravano finite le potenzialità della Rocca ed invece è nata una nuova via, l’inatteso Arco Rosso ha sovvertito l’ordine dei pensieri, ecco la genesi di Aprosdoketon. «Dal greco, ἀπροσδόκητοv, aggettivo sostantivato che significa "inatteso, inaspettato". È il colpo di scena che non ti aspetti, è l'evento che sovverte il normale iter di una vicenda. È il "quando meno te l'aspetti", è la Provvidenza, è l'intervento degli spiriti burloni che ci governano e muovono. L'aprosdoketon è il guizzo che ti fa amare la vita, poiché non puoi mai dare nulla per scontato. È l'unico caso che non avevi considerato nella pianificazione di una qualsiasi attività».
Caratteristiche della via Aprosdoketon è un itinerario di arrampicata moderna che segue delle linee montagnarde in puro stile finalese ancienne. La linea parte nei settori di SX, in cui già si trovano delle super classiche come Anna Pagnini e Consolando Consuelo e taglia in obliquo tutta la parete a DX sino a ricongiungersi alla sosta di uscita di Panta Rei, senza mai avere alcun passaggio in comunque con quest’ultima. Lo stile di scalata è simile, ma l’approccio completamente diverso. Nei soli primi due tiri di Aprosdoketon ci sono più protezioni che nell’intera Panta Rei che è per altro caratterizzata da uno sviluppo maggiore. Questa nuova linea in neogenesi è un itinerario molto continuo sul 5c, che per 100 metri sottopone lo scalatore alla stessa difficoltà continua. I gradi sono da ritenersi indicativi in assenza di ripetizioni.
Chiodatura, materiale occorrente e disclamer Per ripetere la via Aprosdoketon sono necessari 10 rinvii e fettucce di collegamento con ghierati per attrezzare le soste alla francese. Attualmente la via è protetta con fittoni resinati inox ravvicinati. Nella parte centrale è stato molto importante l’apporto dello scalatore Renato Berruti, già autore di vie di arrampicata sulla stessa parete. Nonostante sia un itinerario d’arrampicata moderna si evidenzia che la scalata ha caratteristiche alpinistiche oggettive. L’alpinismo e l’arrampicata sono attività potenzialmente pericolose, che ognuno effettua a suo rischio e pericolo. La via non è da sottovalutare e dev’esser ripetuta solo da persone esperte, che siano in grado di analizzarne le condizioni e la relativa attrezzatura al momento della ripetizione.
Accesso: Mediante l’autostrada Genova-Ventimiglia si esce a Finale. Dal casello si prosegue sino alla principale e si continua ancora in discesa a SX verso Final Borgo. Arrivati ad una rotonda rasoterra si svolta a SX attraversando il ponte di fronte alla porta storica del borghetto. Si continua a SX, su strada asfaltata verso Calice Ligure. Si prosegue, con il torrente a SX e le case a DX, per alcune centinaia di metri, lungamente e con moderazione, sino ad incontrare la brusca svolta a DX in salita verso la Rocca. Si risale tale deviazione, superando diversi tornanti, fino al punto in cui un divieto limita l’accesso alla vallata. Vi è spazio per posteggiare. La strada continua asfaltata e tortuosa per alcuni km sino al punto in cui termina, nel piccolo pianoro tra la parete nord della rocca di Perti ed la sud di Montesordo. Questo tratto è percorribile a piedi in discesa in una quindicina di minuti. È abitudine degli arrampicatori il proseguire in macchina giungendo allo spiazzo in 5 minuti. Data la discrezione degli scalatori, gli abitanti della vallata si dimostrano tolleranti, se vengono effettuati dei parcheggi rispettosi e non si sporca ovunque! L’accesso ai veicoli dei non residenti resta però ufficialmente vietato.
Avvicinamento (9’-10’): Dallo spiazzo sterrato alla base della parete nord, s’imbocca a SX il sentiero che parte dietro la fontanella ed i tavoli da pic nic. La traccia è segnata con tre pallini rossi di raccordo FIE. In pochi minuti s’incrocia un primo bivio e si prosegue a SX, (tralasciando la traccia che a DX porterebbe allo storico spigolo). Dopo poco s’incontra un secondo bivio, si abbandona il sentiero principale a SX e si prosegue invece a DX, in falso piano, sino ad una sorta di piccola radura. In questo punto attaccano la maggior parte delle vie della nord. Di fronte si può notare Via col Vento e subito a SX la traccia che porta in salita, sopra un masso, all’attacco di Nonno Dino. Ancora a SX si notano dei bolli rossi di raccordo su una traccia che s’insegue sopra ad un gradino roccioso. Da esso si scende ad una nuova traccia e, fatte poche decine di metri, si nota a DX, nella prima curva in prossimità di un masso, una grotta aperta da cui parte la via Panta Rei. (Sul bordo esterno dell’antro è visibile il nome a vernice rossa). Tralasciando questo attacco si continua a SX sul sentiero, si supera un passo ostico in discesa su un tronchetto e si prosegue sino ad arrivare ad un bivio. Si tralascia il sentiero principale che continua dritto e si prede una traccia molto ripida che sale a DX (frecce arancione sbiadite). Si continua sino ad un nuovo bivio: si prosegue a DX tralasciando la traccia che a SX sale ripida. Il sentiero con poche svolte arriva quindi ad uno spiazzetto sterrato. A SX parte la via Consolando Consuelo. Si prosegue a DX in salita, si supera l’attacco di Anna Pagnini, e salendo ancora si arriva ad una grotta da cui parte Aprosdoketon.
RELAZIONE DI SALITA:
L1: 5c 20 m La via parte sul bordo sinistro della grotta e traversa a DX con movimenti tecnici, belli e faticosi. (Chi lo desidera può azzerare il passaggio cruciale). Dopo un trasferimento si attacca una bella placchetta e si continua in obliquo verso DX su una seconda, difficile e tecnica. Gli ultimi dieci metri sono decisamente più semplici e conducono piacevolmente alla sosta un po’ appesa. (Sosta su 2 resinati da 10 mm + 1 fix di collegamento con piastrina e grillo). N.B. É possibile partire direttamente sul diedro diretto a DX, III-IV con un movimento proteggibile con un friend medio-piccolo. È anche possibile partire direttamente da dentro la grotta, come fosse un tetto ammanigliato di 5-6 metri di 6a ad 80° di strapiombo. Entrambe le soluzioni sono state liberate e graduate e sono divertenti. Attualmente il primo tiro di uscita dal bosco è piuttosto sporco di terra, e risulterà pulito soltanto dopo le prime piogge copiose di fine anno.
L2: 5c 20 m Dalla sosta si attacca un pilastrino verticale con primo passo al contempo tecnico, fisico ed elegante. Si continua quindi sul pilastrino che sale in diagonale a DX di un’evidente rampa, godendo di una scalata divertente ed aerea. L’ultimo tratto è decisamente più semplice, ma anche più divertente. La sosta è un vasto terrazzo comodo e panoramico. (Sosta su 2 resinati da 10 mm + 2 golfari di collegamento)
L3: 5c 15 m Si continua quindi a DX, salendo su placca o sfruttando il diedro evidente, con roccia lavorata dall’acqua, guadagnando un pulpito. Si aggira verso DX un piccolo masso e si rimonta su uno scalino che porta subito al primo fittone che protegge l’evidente fessura sotto “L’Arco Rosso”. Da questo punto parte la sequenza più bella ed estetica di tutta la via: s’insegue infatti una fessura prima verticale, poi orizzontale verso DX, con una serie d’incroci in Dülfer, fisici ed estetici, che richiedono un eccellente uso dei piedi. Si arriva quindi alla sosta su un nuovo pulpito a DX. (Sosta doppia con 4 fittoni resinati da 10 mm collegati).
L4: 5a 15 m Dalla sosta ci si sposta di poco a DX e si attacca un risalto, il passo chiave del tiro, e si continua su una serie di balze divertenti e con buone prese che in breve conducono al canale in cui è posta la quarta sosta, presso un’accennata nicchia. (Sosta su 2 resinati da 10 mm).
L5: 5c 25 m Si procede quindi superando direttamente il brodo superiore della nicchia e si continua con un’arrampicata morfologia ed entusiasmante, molto montagnarda, sino all’ultimo ristabilimento sotto la sosta. In questo punto la linea è molto vicina a Panta Rei, che però esce sul pilastro a DX. Aprosdoketon invece forza la fessura di SX con un ultimo movimento faticoso che guadagna la sosta sul bel terrazzino a DX. Dalla termine della via con un passo semplice si valica la cornice rocciosa e ci si trova sul sentiero. (sosta su 2 resinati da 10 mm). N.B. è possibile unire gli ultimi due tiri effettuando un’entusiasmante lunghezza unica di 40 m. Sono necessari 14 rinvii, più uno per usare uno dei chiodi di sosta come un tradizionale resinato. Si consiglia in tal caso di allungare le protezioni con dei cordini per evitare attriti nella corda.
DISCESA: Dalla sosta S5 dell'ultimo tiro si scavalca il muretto roccioso (passo di III°) e ci si trova già in traccia. Si rimontano 10 m a DX arrivando ad un sentiero. - Se si continua a SX in discesa s'insegue una traccia nel bosco con tratti ripidi, che conduce al sentiero principale. Si continua su quest’ultimo ancora a SX in discesa sino al parcheggio. - Se si prosegue a DX in salita si arriva in un minuto alla croce di vetta. Da essa si scende a SX seguendo il sentiero segnalato FIE (tre pallini rossi) sino al parcheggio o si ritorna indietro sino alla precedente discesa.
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