è l'eterno conflitto tra la modalità esistenziale dell'avere e dell'essere insita nell'uomo e regolata dalla struttura socioeconomica che ci circonada. io non riesco a desiderare ciò che "devo fare" secondo società, sia nei rapporti economicolavorativi che socioemozionali. Io continuo a desiderare ciò che ritengo più appropriato per garantire la mia libertà, come condizione di creatività, per nutrire il mio io come sentimento di identità nell'universo

Sono stato anche io facogitato dalle "necessità" del feriale...
Ma ordunque. Uhmmm... secondo me queste modalità di cui parli non sono la ragione. Cioè possono esserne un aspetto. Possono aver contribuito al fatto che l'essere sociale sià appunto così e non diversamente. Ma il vederle come insite, innate, connaturate e da qui di considerarle solo come "fardello" insopprimibile, mi lascia dubbioso.

Ormai hai turbato il sereno ordine del cosmo e di ciò pagherai il fio... ...

non dico esser un fardello insopprimibile, ma sicuramente un elemento di disequilibrio del mio essere. Per sopravvivenza devo lavorare, come essere sociale devo mantenere i rapporti con le altre persone, ma come individuo ho bisogno di esprimere la mia libertà. Quindi vivo nel mediare le componenti. Secondo Fromm l'uomo è come un recipiente che mentre lo si riempie ingrandisce (e son certo che sia arrivato a questa considerazione mentre guardava il boozy a mangiare...), così che non sarà mai pieno, e così il proprio io è alla base del nostro sentimento d'identità. E' per questo i tre elementi prima citati continuano a convivere in disarmonia e l'uomo è costantemente alla ricerca di libertà in evasione da quei legami che impediscono la propria autorealizzazione...

capisco il tuo stato dell'essere, combattuto sempre più
Da una parte la misera quotidianità della sopravvivenza quotidiana ...
e dall'atra la ricerca di libertà dello spirito e della creatività ...

anch'io vivo spesso in quello stato: una sorta di conflitto interno che, penso, mai ritroverà pace.
Nuovi eventi, sovente, mi riportano allo stato in cui mi trovo.

'Si chè, giusto oggi, mi son ritrovato a combattere con un termosifone che, perdendo inesorabilmente liquidi e facendo perdere pressione all'impianto già precario, mi ha riportato tristemente alla realtà -appunto - dell'essere quotidiano

no caxxo anche te carlo nooooooo

.

Mah... è un discorso un po' lunghetto. Fondamentalmente però non sono molto d'accordo con il mettere insieme, accumunare, diciamo così, il problema del termosifone, per prendere questo esempio, con il fatto che ora la struttura sociale obbliga a passare la vita a lavorare.
Perchè il "termosifone", inteso come questione banale da risolvere ci sarà sempre... come c'è la questione di raccogliere una mela per mangiare. Altro discorso è che la società, per così come è ora, impone il trascorrere della vita intera dietro a questioni assurde. Come il denaro. Non solamente inteso nella sua forma monetaria. Ma come concetto di capitale. Ammettiamo che possa essere stato un mezzo utile. Che abbia svolto un ruolo positivo nello sviluppo storico. Ma ora come ora, a mio modo di vedere, è diventato da mezzo pratico, utile, non solo un qualcosa di inutile ma persino di ostacolo, un impedimento. Eppure si è lì, per tutta la vita che si lavora per quello. Mi sembriamo quei popoli "selvaggi" che portano offerte ad un totem... ecco esattamente, si offre l'esistenza quotidiana ad un totem, il capitale. Non sto parlando tanto del proprio piccolo cosmo individuale ma della società in generale.

il problema è: si lavora per vivere o si vive per lavorare ?

se vuoi te lo dico io che son pratico del lavoro

capisco il ragionamento denaro/totem ma secondo il mio modesto parere ciò è ancora un'altra questio.
Ogni uomo fa parte di un sistema sociale costituito da rapporti, esigenze e "obbligazioni" indotte. Per l'umana sopravvivenza si deve lavorare, a meno di un fortunoso destino. Il fatto di dover lavorare quindi, di dover intrecciare rapporti, sono umane esigenze che però limitano in qualche modo la propria libertà di espressione perchè fisicamente ne sottraggono tempo per la dedizione...

ho paura a riaprire il 3D
domani probabile finale, domenica se il meteo permette sboulderata mattutina alla grotta, altrimenti palestra

Io sarò in Costa Azzurra due giorni.

usti, vai ad avvampicave a montecavlo col fevvavi
senti edo, mi consigli una falesia a finale con le seguenti caratteristiche: tanto sole, bella roccia, poca gente, tanti 5, qualche 6, una paio di 7 bastardi chiedo troppo

No pvendo la bavchetta, il 250 metvi che ho ovmeggiato qui al lavgo... il Fevvavi è tvoppo pvoletavio...

Per il sole tutta la parte di Rian Cornei lato Silenzio. Gente a gogò...
Oppure la zona Sordo... sempre gente a gogò...