La visita domenicale ad una nota palestra piemontese mi ha dato lo spunto per una riflessione, premetto che la riflessione è conseguenza di fatti ben specifici e non un ricamare generico contro associazioni varie e volontari :
giungo alla base del settore centrale ed una ragazza seduta ben distante dalla parete con il casco in testa ( allieva di un corso ) esordisce dicendomi che il piccolo Andrea alla base delle rocce è in situazione di pericolo senza il casco e con gente che si stà calando in parete, evito di replicare perchè è una bella giornata di sole e siamo venuti su per passare la domenica in santa pace, se l'allieva del corso focalizzando le nostre scarpe da ginnastica, le tute logore ed il nostro "presentarci" da allegra famiglia brambilla ci ha preso per degli sprovveduti non c'è problema.... alla quarta o quinta volta che la ragazza o qualche compagno evidenziano il fatto del ragazzino alla base senza casco faccio cortesemente notare che siamo alla base di quella che ormai da molti anni è considerata una falesia e non ci sono molti problemi, ci sono anche altri "utenti comuni" che come noi stanzieranno tutto il giorno e scaleranno anche senza casco...
intanto le "grandi manovre" di calata dei "corsisti" procedono con tanto di sosta intermedia a metà parete ( se non ricordo male la volta precedente mi ero calato dalla cima con una sola doppia da 60... non ricordo male
), un tizio con imbrago integrale completo di spallacci
si cala ad una velocità che se le doppie fossero state 3 o 4 avrebbe probabilmente bivaccato, altri sono alla sosta intermedia della normale che si agitano, parlano, sfrucugliano le corde , anche per loro tempi biblici per giungere alla base...
dopo aver fatto qualche tirello ecco giungere dal sentiero dei settori superiori due istruttori che decidono di lanciarsi, il piu' infervorato a mo' di comizio elettorale dichiara di voler salire lo scudo e mentre sale continua ad esclamare, non si sa se rivolto al socio od a tutti i presenti, che non sa se la linea su cui si trova sia lo scudo, dopo un po' mi viene naturale fargli presente che si trova sulla torinesi alchè si risente rispondendomi che allora farà stà torinesi, quando arriva al ribaltamento del primo tiro non trova la presa per uscire chiedendomi lumi e gliela indico, dopo non trova lo spit successivo, bè chiaro gli rispondo non ce ne sono piu' fino in sosta, quindi con una faccia un po'
ed un po'
arriva alla sosta ( alleluia )
ora a parte alcune domande che mi sorgerebbero spontanee, tipo quale insegnamento potrà trarre la ragazza dal corso, forse che il casco deve essere sempre indossato chesso' anche nell'avvicinamento in auto...
oppure quale ne potranno trarre i tipi delle doppie, dopo esser scesi dalla normale della Sbarua con armamentario e dispiegamento di mezzi manco fossero sull'Eiger... e ancora che gli istruttori per esser definiti tali non dovrebbero forse conoscere a menadito il luogo e le vie su cui portano gli allievi...
in realtà la mia riflessione è stata leggermente piu' distaccata e se vogliamo anche un attimino egoistica : non sarebbe il caso di far presente a determinate strutture ed ai loro componenti che oltre ai programmi, le soste, gli allievi imbranati, i barcaioli, gli allievi svegli, i caschi sulla testa esistono anche... altri frequentatori dei luoghi da loro utilizzati ?
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