Questa volta, grazie ad Alec, siamo andati in terra lombarda e più precisamente sulle Alpi Retiche Occidentali.
La nostra meta è stata il Monte Disgrazia!
Quando mi sono informato sul perchè questo monte si chiamasse così, ho scoperto che tale nome gli veniva dato, per estensione, dai valligiani per l' erba lisciosa, fredda e scivolosa degli alti pascoli, quelli più soggetti alla neve ed al ghiaccio: "desglacia".
Altre informazioni dicono che il desiderio di italianizzare tutto ciò che sapeva di Austria, non appena liberi dalla sua dominazione, cambiò il soprannome che questo monte aveva, "Monte dei Guai", in, appunto Monte Disgrazia.
Il nome Monte dei Guai era dovuto al fatto che i pascoli della Val di Mello, ai piedi della montagna, appartenevano ad una famiglia antica austriaca, detta "dei Guai".
Questa montagna si chiamò, dapprima, "Monte della Disgrazia", e poi "Monte Disgrazia".
Ma il suo nome vero, il nome che sempre i cartografi gli avevano dato prima di tale trasformazione ingiusta, è veramente degno di lui, della sua maestà ed imponenza: "Pizzo Bello". (come scrisse Giancarlo Bregani)
Dopo molti km autostradali, vari tunnel lungo il lago di Como e una strada sterrata non stupenda, siamo arrivati verso le 12 alla Piana di Preda Rossa (1950 metri circa).
Prendiamo il sentiero che attraversa la piana: guadagnamo quota prima in un boschetto poi risaliamo con strette serpentine la costa di sinistra. Superiamo una specie di bastione fino al terrazzo morenico a giungiamo al Rifugio Cesare Ponti (2559 metri) verso le 14:
Sistemiamo gli zaini e, mentre aspettiamo la cena, ammiriamo il Monte Disgrazia dal balcone panoramico:
Il rifugio, veramente ben tenuto, è gestito da persone molto gentili ed il mangiare, servito in piatti marchiati CAI MILANO, è stato di nostro gradimento:
Questa costruzione sorge alla testata della Valle di Preda Rossa, settore superiore della Valle di Sasso Bisolo, dominata dalla parete meridionale del Monte Disgrazia e dal versante occidentale dei Corni Bruciati, a poca distanza dalla morena laterale destra del Ghiacciaio di Preda Rossa. Alla severità del luogo fa da contrasto, verso il fondovalle, l'esteso panorama sul versante orobico della Valtellina.
Alle 4:15 è suonata la sveglia e, dopo aver fatto colazione, alle 4:50 siamo usciti dal rifugio pronti per la salita:
Il Cesare Ponti:
Dal rifugio proseguiamo sulla destra, seguendo gli ometti di pietra e con una traversata raggiungiamo una grande morena, che risaliamo fino ad arrivare sotto la bastionata a quota 3000 metri:
La morena appena percorsa:
Dopo aver indossato imbrago, ramponi ed esserci legati ci dirigiamo verso la Sella di Pioda (3387 metri):
Lasciata la sella sulla sinistra, invece di iniziare subito la risalita lungo la cresta, decidamo di affrontare un canalino innevato che ci farà sicuramente guadagnare tempo.
Come si può osservare da questa foto, vediamo 2 persone dirigersi verso il Canale Schenatti sulla destra:
Finalmente sbuchiamo sulla cresta che si presenta con passaggi di misto su roccia e neve e, come spesso accade, i graffi dei ramponi lasciati sulla roccia sono un ottimo segnavia:
Come documenta questa foto (ma, secondo me, anche le altre non sono da meno) le emozioni si sprecano...
La lingua di neve in basso nella foto dove si vedono sbucare delle persone, ad esempio, essendo più ghiaccio che neve, ha creato qualche preoccupazione pensando alla discesa:
Nonostante questo pensiero, puntiamo di nuovo a nord verso l'anticima occidentale del Disgrazia, detta Punta Syber-Gysi (3660 metri circa):
Resta ora da affrontare l’ultimo collo verso la vetta principale, a questo punto ben visibile. La difficoltà principale consiste nello sconfiggere un monolite rosso con tacche artificiali detto “Cavallo di Bronzo”, superabile sia arrampicandocisi sopra, sia aggirandolo dall’esposta cengia settentrionale di ghiaccio e roccia. Noi ci siamo arrampicati sopra:
Poco dopo, alle 9:22, arriviamo in vetta al Monte Disgrazia (3678 metri) stanchi ma felici per la meta raggiunta:D
Purtroppo lo spazio è pochissimo e quindi per fare posto alle altre persone posso scattare poche foto:
Riesco però a fare uno scatto verso il fondo valle dal quale siamo arrivati:
Mentre qui si può osservare il gruppo del Bernina:
Alle 9:30 iniziamo la discesa ripercorrendo la stessa via di salita.
Disarrampicata del "Cavallo di Bronzo" con, sullo sfondo, la cresta che ci attende:
Questo è la parete nord del ghiacciao del Disgrazia:
La lingua di neve ghiacciata che ci aveva creato qualche preoccupazione all'andata, ma che ora abbiamo deciso di aggirare tenendoci sulle roccette a sinistra:
Verso le 11:40 iniziamo a scendere il canalino di neve, che rapidamente, ci riporta alla Sella di Pioda:
Sella di Pioda con il Monte Pioda sulla sfondo (3431 metri):
Mentre i nuvoloni salgono, noi scendiamo verso il rifugio felici per avere avuto una giornata splendida sia per le condizioni ottimali sia per la meta raggiunta sia per l'ottima compagnia:
Arrivati al rifugio alle 13, abbiamo fatto un "lauto pranzo"...con i nostri panini, abbiamo salutato il gestore e ci siamo incamminati verso la macchina.
Scendendo, ho voluto immortalare queste fresce acque e questo paesaggio molto suggestivo:
Ancora una volta, grazie ad Alec per aver condiviso con me questa esperienza sulla Alpi Retiche
Qui
http://www.quotazero.com/album/thumbnails.php?album=316 la cartella con le foto nella nuova Gallery.
A breve la foto panoramica a 360° dalla vetta
Ciaoo alla prossima