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 Oggetto del messaggio: ... e perchè non parlare un pò di se ....
MessaggioInviato: 19 novembre 2008, 14:38 
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Come quando si riapre un sipario chiuso da tempo dietro il quale ci sono cose importanti mai dimenticate, guardare ora le immagini di grimpeur rampanti riapre in me lentamente una serie di intensi ricordi passati.
Incuriosito mi sono adoperato per riaprire quel cassetto pieno di ricordi visivi, l’emozione prende allo stomaco quando riscopro tramite vecchie diapositive e foto il mio agire sulla roccia. Ero forte e motivato, o meglio, eravamo un gruppo di astronauti in terra, sempre impegnati nei discorsi tecnici e logistici.

Affezionati a quella palestra realizzata con impegno e fatica, un vecchio capannone in disuso, nel quale ad una parete alta cinque metri avevamo applicato una struttura in legno in parte strapiombante, tavole da tre centimetri di spessore fissate in modo da rivestire interamente quel muro. 50 metri quadri di superficie da allestire con le prese più disparate. Erano gli albori delle prese in resina e delle pareti artificiali, ad Arco di Trento iniziavano le prime gare di arrampicata Indoor, soldi in tasca pochi ed allora cimentandoci provetti falegnami o meglio, artisti scultori, realizzavamo in legno opere d’arte, riproducendo tacche, buchi, prese viscide ed appoggi della qualità estetica superiore alle poche prese commerciali in resina tra l’altro costosissime. Quanta passione in quello che facevamo, tutte le sere alla solita ora, gli stessi volti ogni tanto con la presenza a sorpresa di qualche infiltrato temporaneo che subito desisteva per quella forma di introversione monacale e quel cameratismo percettibile.

Ore e ore appesi alla sbarra a fare trazioni con l’equivalente del proprio peso appeso all’imbrago oppure a listelli non più spessi di un centimetro. Una religione, devo ammetterlo, ora, riguardando con razionalità quel periodo, non c’è altra spiegazione per giustificare un gruppetto di incoscenti che sacrificavano diversivi di moda per quell’età per chiudersi ore in un locale al solo scopo di straziare tendini e articolazioni.
L’alimentazione non era da meno, niente alcolici, niente carne, rigidissima dieta al limite dello svenimento, i primi integratori naturali per integrare senza grassi uno stile di vita a senso unico. Penso fossimo dei pazzi, o meglio, ritengo che la valutazione obbiettiva comune, potrebbe averci inserito fra i paranoici, ma stavo bene, mi sentivo bene, senza la necessità di giustificare a parenti e amici curiosi (e forse invidiosi) il mio stile di vita.

Ero ed esistevo e questo a me bastava.

Ora, riguardando questo periodo del mio passato non posso che riceverne un messaggio importante. Ormai economicamente arrivato, con una bella casa, un auto sportiva, una buona posizione sociale, sono depresso per il sapere che la vita non è questo mio presente, sapendo che ho vissuto un epoca migliore senza un soldo in tasca, un intensità di vita di difficile spiegazione, ma reale, che rimpiango perché non più riproducibile per l'abitudine al tutto comodo malgrado il fisico sia ancora pronto ad un eventuale colpo di testa per riprovare almeno in minima parte l'emozione di quello stile di vita.

Non sarei il primo ....

mario


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MessaggioInviato: 19 novembre 2008, 14:46 
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:bravo: :worty:
e sono uno che "le altre emoticons" non le usa mai :!: ma in questo caso.....chapeau :P

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 Oggetto del messaggio: Re: ... e perchè non parlare un pò di se ....
MessaggioInviato: 19 novembre 2008, 15:00 
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mariopin ha scritto:
malgrado il fisico sia ancora pronto ad un eventuale colpo di testa per riprovare almeno in minima parte l'emozione di quello stile di vita.

Non sarei il primo ....

mario


Perchè no? se guardandoti dentro scopri di avere desideri leciti e soprattutto realizzabili, quanto meno è doveroso assecondarli e non rinunciare ad essi a priori, solo perchè la vita và in quella direzione...Molto di quello che ci attende domani è frutto delle scelte di oggi :!: La passione che hai dentro va ascoltata :wink:

Ps. grazie per aver accolto la richiesta di un topic dedicato...

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MessaggioInviato: 19 novembre 2008, 18:28 
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Sabry non è mai stata realmente appassionata di montagna, mi seguiva a volte solo per riuscire a trascorrere qualche ora in più con me. D’altra parte la capivo, se andavamo per monti erano scarpinate a ritmi impegnativi e in arrampicata non poteva fare altro che guardarmi con gli occhi al cielo annoiandosi a morte.
L’affetto che provavo per quella graziosa ragazzina mi faceva provare una sensazione di tristezza vedendola seguirmi quelle rare volte solo per esserci. Le ripetute insistenze la convinsero e così il sabato successivo eravamo in autostrada per quel di Feglino a finale ligure.
Compromessi, la vita ne è piena, per convincerla a venire, accettai mio malgrado che il sabato lo passassimo in spiaggia e solo così la domenica avrebbe suo malgrado accettato di arrampicare con me.
Gustai comunque quell’oziare sul lettino in spiaggia, cosa per me anomala a quel tempo, perché lo consideravo un modo inutile e noioso di impegnare il tempo. A parte la bruciatura alla schiena tipo fantozzi, dovuta al fatto che mi addormentai subito rimanendo esposto in quella posizione due ore, arrivò presto la sera per lasciarci finalmente gustare un ottima grigliata di pesce.

Bric Pianarella, fra le tante falesie era quella da me preferita, anche se con lei sarebbe stato meglio altro come quelle numerose paretine monotiro sparse un pò dappertutto, fosse solo per non scorticarla con la vegetazione per quel breve sentiero di avvicinamento, ma avevo in mente una via in centro alla parete che ritenevo fattibile per lei e divertente per me.

L’abitudine all’esposizione non fa riflettere che persone non abituate possano provare tensione anche su una cengia di base. La via infatti si dipanava da una cenetta sospesa sopra un enorme monolito di roccia, la sua espressione tesa mi mise in apprensione ed allora per tranquillizzarla provvidi subito a realizzare una sosta con cordini assicurandola ad un mozzicone di pianta.
Impartii brevi istruzioni sulle manovre e raccomandandomi di lasciare scorrere la corda nell’otto mi apprestai per la salita. Via diretta della quale non ricordo più il nome, con difficoltà intorno al 6a, sei tiri che non avremmo sicuramente concluso, ma l’interesse mio era farle conoscere l’emozione di arrampicare in un luogo panoramico con una roccia che ritenevo perfetta allo scopo.
Ero ormai ad una decina di metri sopra sabry quando mi resi conto che il passaggio diventava delicato, tenendomi con le prime falangi di due dita in un buco avrei dovuto fare un allungo laterale per pinzare una lametta piuttosto piccola, in altre occasioni avrei proseguito concentrandomi solo sul movimento senza troppi pensieri, ma l’inesperienza di sabry mi fece guardare in basso urlandole di stare attenta. Un leggero gelo mi percorse la schiena quando la vidi praticamente sbiancata pinzare a due mani con forza tremante la corda. Tranquilla Sabry le gridai, tieni come ti ho spiegato e non lasciare andare in tiro la corda quando salgo. Ero indeciso perché avevo individuato nel suo sguardo una sincera paura celata dalla vergogna di rendersi ridicola, avrei potuto fingere una scusa e ridiscendere arrampicando fino al rinvio che ormai era 2 metri sotto i miei piedi. Non ci pensai troppo e feci quel lancio per pinzare la lama.
E’ incredibile, quando non deve accadere accade, il passaggio era relativamente facile, solo una piccola esposizione legata alla necessità di lanciarsi un poco, eppure mancai la presa. Voi conoscete quell’attimo che precede la caduta, quella velocità mentale attivata dall’adrenalina che vi fa ragionare in millisecondi, sapevo che il rinvio era sotto di due metri, vedevo il dito uscire inesorabile dalla lama mal pinzata, calcolavo la lunghezza del volo …. TIENIIIIIIIIII ….. mi fermai quando ormai ero alla sua altezza. L’espressione di quel viso in quel momento lo ricordo come fosse ora, come se avesse visto il diavolo o fosse stata violentata da tre bruti. Immobile mi guardava con occhi spalancati mentre le mani ancora stringevano forte la corda dalla parte sbagliata …. Inutile dire che infilammo tutto nello zaino raggiungendo nuovamente la spiaggia … quasi senza parlare.


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MessaggioInviato: 20 novembre 2008, 8:56 
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che bello leggerti :!: è come ascoltare la favola della buona notte ma con esperienze e sentimenti che chiunque và in montagna prima o poi prova...
:P :wink:
io mi ricordo le prime volte che dovevo assicurare qualcuno... pensavo: " 8) si fida di me anche se sà che non sono capace.. :oops: o si fida di lui perché è sicuro di essere bravo? :shock: o è solo matto e spera che vada tutto bene? :? :roll: " insomma... fa strano, per uno che non è capace perchè agli inizi e fare pratica con "la vita" di un'altra persona... :oops: :?

ma poi? è tornata in parete :?: ha continuato a seguirti per monti ? :P :wink:


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MessaggioInviato: 20 novembre 2008, 9:12 
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caspita mi è sembrato di aver appena letto l'inizio di un libro avvincente. E' proprio una bella idea raccontarsi in fotogrammi che descrivono una emozione particolare od un esperienza vissuta. E poi tu lo sai fare egregiamente. :wink:

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MessaggioInviato: 20 novembre 2008, 10:36 
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Mi è sembrato di sentire Bonsai.... quando ci siamo conosciuti lui scalava 8 giorni su 7 :lol: ... io reputavo un trekking una passeggiata al rifugio a mangiare la pasta (la polenta no.. sono allergica :oops: )...
Il giorno che ci siamo conosciuti (Sbarua 8) ) io ero l'aggregata di un gruppone di climber convinti (tra cui Bonsai che ha messo su la corda sul primo tiro dei Torinesi senza neanche sforzarsi di cambiarsi le scarpe e mettersi le scarpette :shock: ), dovevo "in teoria" provare l'adrenalina della scalata... imbrago e scarpette gentilmente prestate dalla moglie di un mio ex collega (che ha fatto anche da testimone al nostro matrimonio :D lo abbiamo fatto sentire "colpevole" dell'avvenimento :lol: )... partenza penosa... appena si è sparsa la voce che non avevo MAI scalato erano tutti con il naso in su a dare consigli su cosa fare... chi mi conosce bene puo' immaginare come ho apprezzato :twisted: "fatemi scendere!!!!!!!"...
Per 10 anni ho fatto da zavorra (anche noi con qualche compromesso :roll: ),le prime volte assicurando con il gri-gri montato al contrario :oops:
I figli nel frattempo crescono, ereditano "il pallino", e così un giorno alla falesia delle Mesches una paretina attira la mia attenzione: arrivo in catena con nei piedi gli scarponi :shock: (d'accordo era un tiretto facile pero'.... per me è stato decisivo!)
Bonsai era al settimo cielo per la soddisfazione di vedere che la sua passione ha attaccato un pochino anche la sua metà (va be'...la sua 1/3 :oops: )... piano piano è diventato l'hobby di tutta la Bonsai's family, con gradi bassi per i vecchietti e grandi aspettative per i nostri giovani :wink: .

p.s. Ma Sabry ha continuato a seguirti o per amore l'hai seguita tu ? :wink:

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Nulla e' impossibile se ci credi veramente! (Andrea Saimandi)


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MessaggioInviato: 20 novembre 2008, 10:55 
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io potrei parlare di quando mi son messo ad arrampicare......con funsu ho iniziato :!: è stato bellissimo, ma sapete... son cose personali... noi ci vergognamo un pò :oops: vero sciocchino :?: :lol: :lol: :lol:

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MessaggioInviato: 20 novembre 2008, 11:42 
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boozyfede ha scritto:
io potrei parlare di quando mi son messo ad arrampicare......con funsu ho iniziato :!: è stato bellissimo, ma sapete... son cose personali... noi ci vergognamo un pò :oops: vero sciocchino :?: :lol: :lol: :lol:


ho dovuto persino sposarmi per coprire la nostra fugace passione e per non essere giudicati da questa società ottusa e cieca. Dai, ora basta, usciamo alla luce del sole...

... così si arrampica che avete capito :!: :lol:

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MessaggioInviato: 20 novembre 2008, 12:21 
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Ho sempre avuto la dote di convincere le persone dirottando a mio favore anche discorsi fuori controllo, come potete immaginare Sabry era amareggiata dopo quella prima brutta esperienza, rendendosi conto di non essere stata all’altezza della situazione. Mi adoperai per stemperare lo stato d’animo negativo convincendola che tutti all’inizio sono impacciati e timorosi. Le raccontai appunto della mia prima esperienza sulla roccia, vissuta qualche anno prima in compagnia di Piero.

Non mi vergogno a differenza di te caro boozyfede, penso per il fatto che per ora, per voi, sono solo una delle tante entità che ogni tanto appaiono nel sito, mi auguro comunque di approfondire la vostra amicizia.

Piero, grande alpinista e forte freeclimber, accademico del CAI, scialpinista provetto e appassionato di corsa in montagna. Uscivamo tre sere la settimana ad allenarci per sentieri della mia zona. Avevo 19 anni quando durante un allenamento mi propose di provare ad arrampicare. Uomo di poche parole, determinato e deciso, persona che ho da subito ammirato e amato per il suo modo di essere leader. Acconsentii, così la domenica ci ritrovammo per la “spedizione” Valle Maggia in Svizzera Ticinese. Ero teso al pensiero di quella nuova esperienza, ma sicuro fossi con la persona più affidabile in circolazione.
Una bellissima placca inclinata sulla destra della bella Valle Maggia mi ha affascinato e intimorito, un enorme blocco di gneiss quarzitico alto 400 metri con evidenti arrotondamenti e striature orizzontali causate dal ghiacciaio dell’ultima glaciazione.
Dal posteggio auto in breve abbiamo raggiunto la base della parete, ero affascinato da quelle enormi onde di roccia che con differenti inclinazioni salivano altissime. Yoghi e bubu era la nostra via.
Malgrado ripetuti sforzi le scarpette prestate da Piero non erano calzabili (ho il 42 e lui il 40) ed allora la scelta obbligata di salire con le scarpe da tennis che mi ero portato.
Dopo una serie di ridicolissimi tentativi per indossare l’imbrago ero pronto, poche istruzioni impartite da Piero ed in breve eccomi solo su quella cengia con la vita del mio amico nelle mie mani. La sensazione che pervade l’animo in occasioni come quella è forte, L’attesa, il manovrare la corda con la inconscia convinzione che se fosse caduto non sarei stato pronto ma che tanto non poteva cadere, era troppo bravo, lo vedevo salire con la naturalezza di un gatto, bellissima sensazione.
Uno strattone alla corda mi fece trasalire, “molla tutto” mi urlò quando ormai era 20 metri sopra di me. L’altro capo della corda preventivamente legato da lui al mio imbraco, si tese subito. Ero solo con me stesso, tanta roccia, una corda di colore rosa tesa quasi a sollevarmi e l’emozione del mio primo passo verticale.

Avete presente gatto silvestro annaspare sui vetri? Raggiunsi la sosta del primo tiro portandomi dietro una lunga serie di imprecazioni e dubbi, Piero, seduto comodamente nell’imbrago appeso a due spit, mi accolse con una sonora risata che mi risulto liberatoria. Ce l’avevo fatta, grazie anche ad un arganello umano, sudato per la fatica dovuta al sollevamento, che si adopero nel garantirmi il sostegno della corda lungo tutta la via …. ce l’avevo fatta. Il seguito fu fotocopia di quel primo tiro fino alla fine della parete. La gioia che provai, quando Piero mi strinse la mano e mi diede una pacca sulla spalla mentre seduti gustavamo la vista aerea, è ancora viva in me.

Comunque ho arrampicato ancora con Sabry, ed è anche riuscita a farlo, ma non ha mai preso passione .... purtroppo


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MessaggioInviato: 20 novembre 2008, 12:25 
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Cita:
Non mi vergogno a differenza di te caro boozyfede, penso per il fatto che per ora, per voi, sono solo una delle tante entità che ogni tanto appaiono nel sito, mi auguro comunque di approfondire la vostra amicizia.

si scherzava nè mario :wink: ho la "brutta" abitudine con funsu di buttar tutto sul ridere :roll: scusa :oops:

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MessaggioInviato: 20 novembre 2008, 12:40 
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mariopin ha scritto:
Avete presente gatto silvestro annaspare sui vetri? Raggiunsi la sosta del primo tiro portandomi dietro una lunga serie di imprecazioni e dubbi, Piero, seduto comodamente nell’imbrago appeso a due spit, mi accolse con una sonora risata che mi risulto liberatoria. Ce l’avevo fatta, grazie anche ad un arganello umano, sudato per la fatica dovuta al sollevamento, che si adopero nel garantirmi il sostegno della corda lungo tutta la via …. ce l’avevo fatta. Il seguito fu fotocopia di quel primo tiro fino alla fine della parete.


Beh, come prima esperienza ritrovarsi su una via di più tiri :!:
Direi che hai avuto un buon battesimo :)

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MessaggioInviato: 20 novembre 2008, 14:30 
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Vi avevo avvisati, sono suscettibile ai complimenti, dando considerazione ai miei scritti mi avete spinto a scrivere. Premetto che lo scrivere, con tutte le limitazioni del caso, sia ortografiche che mentali, è per me un piacere.
Mi piace rileggermi, mi piace rendere indelebili sensazioni perché è come creare un diario personale. Poi se le sensazioni sono legate ad un passato importante, è ancora meglio.
Come detto, ho un passato alpinistico intenso, dirottato o meglio interrotto bruscamente da una crisi emotiva che mi ha portato al trial in moto. Ricordo ancora quel giorno, una domenica, tornando da un trekking in val Formazza (valle dell’Ossola) fui incuriosito da una gara di trial che si stava svolgendo nei boschi vicini alla strada. Mi fermai e rimasi colpito da quei piloti, impegnatissimi, che riuscivano ad usare una moto, per quanto strana e leggera, saltando da un masso all’altro con un eleganza incredibile, tecnica, equilibrio, eleganza, forza, velocità. Ne restai folgorato. Il giorno dopo ero da un amico rivenditore di moto per chiedergli informazioni. Fu l’inizio di un nuovo ciclo della mia vita, inizialmente alternavo le domeniche in moto con quelle in parete per poi , gradualmente trovare una passione sconsiderata per quello sport, lasciando completamente l’alpinismo ed il freeclimbing.
Riflettendo ora, penso che la mia scelta fu legata ai troppi anni dedicati alla roccia, per quanto fede assoluta, ritengo avessi raggiunto quel capolinea che ti fa risultare faticoso alzarti la mattina per arrampicare. Esperienze nuove e gente nuova erano la principale motivazione del cambiamento. Un paragone forse stupido può essere come per la decisione di divorziare dopo molti anni di matrimonio perché, malgrado il grande affetto, ci si rende conto che il rapporto non completa più.

Ed ora, concluso un altro ciclo, eccomi nuovamente semivuoto, ad interrogarmi sul mio futuro, volendo forse riaprire un capitolo essenziale del mio passato senza avere il sincero coraggio di farlo. .... male che vada potrei imparare a giocare a bocce .... sigh!!!!

Abbiate pazienza, mi sfogo con voi perché non so chi siete ma intuisco cosa valete, trovo piacevole farlo perché leggo di persone simili al mio essere.

Grazie

Mario


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MessaggioInviato: 20 novembre 2008, 14:35 
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E' stato mio padre a tramandarmi la passione per la montagna. Fin da piccolino lo accompagnavo nelle camminate più brevi e nei vari concerti di ferragosto e simili. Fi dall'inizio mi ha affascinato questo mondo fatto di emozioni sudate e panorami conquistati. L'essere in luoghi non ordinari, carichi di mistero e di storie incredibili. Poi fu il momento di andare in campeggio, che per i Doglianesi significava due settimane completamente isolati dal mondo a Chiappera, in Valle Maira, nella Casa Alpina di proprietà dei Doglianesi appunto. In campeggio si alternavano le gite ai vari giochi e solitamente corrispondeva al vero primo svezzamento, 15 giorni lontano dalla mamma :cry: con quei cattivoni dei ragazzi più grandi :evil: . Ancora oggi sono molto legato a Chiappera, anche perchè in 11 anni di campeggio uno ha il tempo di maturare un bagaglio enorme di emozioni.

TO BE CONTINUED...

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