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l'esperienza di quel giorno di freeclimbing .. quello di croveo in val formazza con i vecchi amici mi fa tornare in mente la leggera forma di imbarazzo per quel sentirmi "datato" per avere lasciato la passione da molto tempo.
E' stato l'incontro casuale di qualche giorno prima con Piero che mi ha stimolato. Piero, forte arrampicatore da sempre, a differenza di me, non ha mai mollato. Ho sempre ammirato la sua convinzione, il suo essere monaco o meglio, eremita, solo per un attività che ritengo lui consideri quasi una religione.
Arrampica da quarant'anni o forse più, avendo fatto in gioventù prime di tutto rispetto tra le quali alcune non ancora ripetute. Ora, a 62 anni, riesce sul 7c e non è una favola perchè l'ho visto con i miei occhi quel giorno.
Entusiasta del suo invito, mi sono subito reso disponibile per la domenica successiva. Corso a casa ho rispolverato l'attrezzatura, imbrago, sacchetto ancora fumante di magnesite, rinvii, scarpette ... tutto a posto a parte un leggero strato di muffa che mi sono affrettato ad eliminare.
Il viaggio di avvicinamento è stato un susseguirsi di ricordi su pareti da noi fatte molti anni prima, su brividi adrenalinici, su ridicoli voli di molti metri su placche lisce, una gioia ritrovata con l'istintiva convinzione (da parte mia) che malgrado tutto una volta ero forte ed avrei fatto, quel giorno, una discreta figura.
Raggiunta la base della paretina mi ha fatto piacere vedere che ancora molti sono appassionati, c'erano parecchie persone e con stupore anche molte ragazze. Quando arrampicavo a pieno ritmo (vent'anni fa) le ragazze appassionate erano pochissime ed in maggior parte rustiche tipo orso scontroso. Invece ora vedo l'arrampicata vissuta da coppie di giovani, fidanzati simpatici aperti e molto graziosi che con la giusta legerezza chiacchierano di tutto mentre indossando le scarpette, si preparano alla via.
Chiedo informazioni dettagliate su ogni via accertandomi che mi venga indicata la difficoltà, dopo diversi minuti di analisi mi rendo conto che in quel posto ho poco da fare, due sole vie al mio livello o meglio a quello che ricordo fosse la mia capacità.
Quasi frustrato mi siedo estraendo dallo zaino l'attrezzatura, risatine strane mi fanno alzare la testa, mi ritrovo osservato con curiosità quando ho in mano l'otto. Piero si affretta ad informarmi che quell'atrezzo di sicurezza ormai non si usa più ... ora c'è il cricri (o un nome simile) e si affretta a farmelo vedere spiegandomene l'utilzzo e la relativa garanzia di sicurezza. In qualsiasi altra situazione non sarebbe stato niente, avrei affrontato l'imbarazzo con disinvoltura, ma li, in quel momento, mi sono sentito un ottantenne alpinista in ghette e corda di canapa davanti a freeclimber ventenni.
Come di mio carattere ho subito reagito scherzando e schernendomi, enfatizzando la sospensione dall'attività ma la mia immutata passione, ed eccomi in breve pronto per il primo tiro, 15 metri di 6a+ verticali, piccole tacche ed un fessurino a metà parete da prendere in dulfer. Forse sono poche le volte che ho messo l'impegno massimo come in quella mia "prima" ma il risultato è stato discreto. Come quando si impara ad andare in bicicletta anche in questo caso mi sono reso conto che le basi non si dimenticano, a parte il trauma ai polpastrelli delle dita ed un pò di fastiddio alla punta dei piedi ho salito con orgoglio e senza cedere al tentativo di appendermi.
La seconda via di 6b ha decretato l'interruzione della mia giornata free, una lametta infida a metà via mi ha aperto l'indice e così, sanguinante, mi sono sdraiato su un sasso ad osservare gli arrampicatori "veri" .... bravissimi!
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autoammonizione 
Per me sarebbe già un traguardo 
