A distanza di 12 anni, sabato scorso sono tornato sull'Antoroto (2144m), bella
montagna dall'ampio panorama che domina la Val d'Inferno sopra Garessio.
Come dicono le varie descrizioni, "dal colle di Cadibona è la prima cima che
supera i 2000 m".
Il monte Antoroto presenta una bella parete NE (ehmmm, nord-est, non nord-ovest,
come scritto nelle gite di ism....... )
che in inverno e primavera diventa un interessante pendio innevato di 40? di
pendenza, a tratti poco Più.
Nell'ormai lontano 1993, il primo giorno di primavera salii questa parete con
Silvana, mia moglie da soli 6 mesi, conservando
il ricordo di una piacevole salita con poche difficolt?.
Venerd? scorso dopo cena telefono a Fede, il quale mi informa che per il giorno
dopo è d'accordo con ZaZa per la salita dell'Antoroto.
Le previsioni meteo non sono proprio incoraggianti per la zona: nevischio e
vento molto forte.
Domenica sarebbe Più bello, ma non posso muovermi, quindi la decisione è presa:
si va!
Anche la sveglia non mi entusiasma: bisogna trovarsi ad Alessandria
per le 5.....
Partiamo e dopo aver attraversato met? delle west-coast ligure, ci dirigiamo
verso Ceva e Garessio.
Colazione "di rito", poi su, verso Valdinferno. Al parcheggio davanti alla
Chiesa, siamo accolti da un vento gelido
che certo non incoraggia i nostri preparativi. Risaliamo la piccola strada di
cemento e subito notiamo la poca
presenza di neve, almeno qui in basso. Solo nei tratti accumulati dal vento
aumenta di spessore ed è accompagnata da verglas.
Tralasciamo la deviazione per il rif. Savona, dirigendoci verso la "nostra"
montagna, nascosta da alcune grigie nuvolaglie.
Iniziamo a salire Più ripidamente ed a sfondare nella neve, dato che terminano
le tracce di precedenti passaggi.
Per "solidariet?" con ZaZa che è senza ciaspe, anche noi ne siamo sprovvisti e
con il motto di "tutto allenamento"
iniziamo a tracciare la trincea verso la parete. Il termometro indica -11?C.
Passo dopo passo, raggiungiamo la base del versante NE: qui ci ramponiamo e
sostituiamo i bastoncini con la piccozza.
Saliamo verso il canalino centrale che ci riserva, prima della parte ampia della
parete, un tiro di corda su roccette con pochi
appigli che nella relazione vengono date di III+. Con i ramponi ai piedi è già
un buon impegno. Nel canalino siamo a -15?C.
Uscendo dal canalino, raggiungiamo il traverso sul quale arriva, da sinistra, il
percorso Più semplice. Siamo investiti da forti folate di
vento gelido, ma il pendio ormai è ampio e senza particolari difficolt?.
Mettiamo via la corda e procediamo su neve abbastanza buona,
raggiungendo l'ultima cornice finale che evitiamo sulla destra, toccando così la
cresta nord, frustata da fortissime raffiche.
Per la salita verso la vetta non ci sono problemi, nel senso che il vento ci
spinge verso l'alto
) portandoci in breve alla croce di vetta.
E' da poco passato mezzogiorno, stretta di mano di rito e tentativo di
fotografare, ma la macchina è bloccata dal freddo pungente:
che temperatura ci sarà ora?? E' un po' che non guardo.....
Noooo, non è possibile: il mio Altimax segna -34?C ed in Più c'è un vento
infernale che spira da nord.
L'Altimax non mi sembra sia garantito fino a questa temperatura, ma mi riservo
di indagare presso la Suunto per capirne l'attendibilit?.
Cmq una cosa è certa: fa freddo!!!!
Siamo ben equipaggiati, quindi nessuno di noi tre ha particolari problemi.
Il problema arriva ora che dobbiamo scendere. Sinceramente non ho particolari
ricordi della mia salita del 1993, ma non mi sono preoccupato
Più di tanto nell'informarmi sul percorso di discesa, in quanto Fede c'è stato
non molto tempo fa. Ricordo solo che si scende verso Nord, ...........
Questa mia smisurata fiducia ha anche fatto sì che la bussola rimanesse a casa
"tanto non serve, l? è tutto facile"......
Ma ora le condizioni sono sempre Più proibitive: la nebbia si è fatta molto
fitta, nevica decisamente ed il vento non intende mollarci così presto.
Non si vede ad un palmo dal naso, ma si sa, dobbiamo scendere verso Nord, quindi
basta che ci teniamo...... il vento in faccia!!
Facile a dirsi, ma quasi siamo buttati a terra dalle raffiche, guardare la
direzione di marcia è quasi impossibile, gli occhi, le ciglia si sono ormai
impastate
di ghiaccio: ormai sembriamo dei pupazzi di neve....
Scendere verso nord è praticamente proibitivo, allora ci spostiamo verso
sinistra, ovest, sperando in qualche canale che ci porti comodamente a valle.
La discesa ci porta su alcuni ripidi salti non certo invitanti: ci sentiamo un
po' in trappola. Bisogna tornare indietro e trovare una alternativa.
Faticosamente risaliamo un'altra volta verso la vetta, ma in questa nebbia, in
questa tormenta dove è la vetta ora??
Seguiamo ovviamente le nostre impronte finchè sono visibili, poi Più nulla,
dobbiamo seguire l'intuito.......
Sali, sali, ad un certo punto, su di una crestina........ cominciamo a scendere.
E la vetta, dov'è finita??
In queste condizioni, decidiamo di prenderci una pausa, invece di vagare
nell'incertezza.
Ci fermiamo in un piccolo avvallamento riparato dal vento per schiarirci le
idee, sperare anche in una sciarita che purtroppo non arriva.
Rimanendo fermi la temperatura bassa inizia a farsi sentire, quindi riprendiamo
a muoverci: lasciato il nostro avvallamento siamo nuovamente
investiti dalla furia del vento. Riusciamo a ritrovare alcune tracce ed a
riguadagnare la vetta.
Nuovo cambiamento: decidiamo di ridiscendere per il versante di salita, di l?
non ci si può sbagliare!
Come ci immettiamo su questo versante, l'impressione è di essere su di una
parete molto diversa rispetto a quella di salita:
dopo pochi metri sento sotto gli scarponi una neve farinosissima, vedo con
stupore un fronte di accumulo lungo una cinquantina di metri e largo quasi un
metro.
In poco tempo il vento e la neve hanno completamente modificato la parete.
Se ci infiliamo su questo percorso, rischiamo di tirarci addosso tutto questo
sbarramento di neve instabile.
Altro dietro front. Adesso basta, ce ne dobbiamo andare da questo inferno (e
siamo solo a poco Più di 2100 m di quota...). Proprio una Valdinferno... ;-|
Cerchiamo di aggirare nuovamente il versante settentrionale, sempre battuto da
un vento feroce. Ad un tratto mi ritrovo (inconsapevolmente) disorientato,
vedo delle tracce e penso siano di altri, poi man mano mi rendo conto di essere
tornato sulle nostre prime tracce di discesa:
siamo nuovamente sui ripidi salti che prima avevamo scantonato.
Ora non c'è storia, di qua in qualche modo scendiamo!! Dobbiamo stare molto
attenti ad ogni passo su questo terreno ripido, innevato ed instabile.
Le prime cengette e saltini ci obbligano ad alcuni movimenti precari. Sotto di
noi abbiamo un salto di una ottantina di metri ed ogni volta che appoggio i
piedi tengo il fiato: cosa ci sarà sotto questa neve instabile: arbusti, una
roccia liscia e verglassata o un comodo posto per appoggiarmi....
Passo dopo passo raggiungiamo un ultimo salto di una trentina di metri non
percorribile, ma con una pianta al suo inizio che ci permette con una doppia di
raggiungere un comodo canale che scende verso valle. Mi lascio calare lungo la
doppia ed inizio a rilassarmi. Ora siamo davvero fuori dalla tormenta.
Inizio a percorrere in discesa il canale, mentre i miei compagni si preparano
alla doppia; man mano che scendo, tutto attorno si fa Più umano,
anche la temperatura sembra quasi calda. Guardo il termometro: si, in effetti
fa quasi caldo, siamo ben ad undici gradi..... sotto zero!!
Ci riuniamo per l'ultimo sforzo: scendendo verso ovest, dobbiamo ora raggiungere
la depressione della Colla Bassa e questo tratto ci riserva l'ultima
sgradevole sorpresa. La neve non tiene il nostro peso, ed il buon Fede, sempre
in iper-allenamento, inizia ad aprire "una trincea" verso il colle.
Ora sembra di essere entrati in un'altro mondo. La tormenta non c'è Più, il
vento è calato ed il cielo ora è completamente sereno.
Dopo un breve tratto di discesa, l'Antoroto ci mostra nuovamente la sua bella
parete NE, ormai ripulita dalle nostre orme.
Un'altra bella avventura, un'altra lezione dataci della montagna e dalla forza
della natura, un'altra esperienza che ci ha trovati pronti ed alla
quale abbiamo saputo reagire con la dovuto calma, valutando tutte le circostanze
per trovare la soluzione Più adeguata.
Italo B.