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MessaggioInviato: 10 ottobre 2007, 7:46 
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Penso che sia inutile continuare.
Ogni mia frase è interpretata in modo completamente

distorto.
Io ho portato degli esempi, solo per provare a chiarire cosa intendo per diversi stili di arrampicata con dei

paralleli con altre discipline sportive... e mi si fa un discorso sugli organismi e regole scritte...
"Polemizzare "

l'ho messo tra virgolette e diventa polemica...
Quindi direi interpretazioni artatamente distorte.
Se non si VUOLE capire

che salire una via con soste e spit lungo i tiri è DIVERSO che salire una via non spittata, e che questa diversità andrebbe

SALVAGUARDATA, amen.
Nei fatti è così. Per me, e non solo, rimane così.
Il discorso sui "diritti" del primo

apritore l'ho fatto proprio anche in riferimento alla via Campia al Corno.
Proprio per provare a ragionare sulle diverse

volontà degli apritori.


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MessaggioInviato: 11 ottobre 2007, 13:27 
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Località: chiappera.... col cuore....
Cita:
nel caso del Corno Stella non

molti mesi orsono sono state chiamate in causa le volontà del primo apritore della via Campia ( Campia stesso )per salire e

smantellare un recente lavoro eseguito sulla stessa
quindi : quando si tratta di schiodare vale e viene rispettata la parola

del primo ( o primi ) apritore, quando si tratta di ri-attrezzare no !


interessante punto di vista a

cui onestamente non avevo pensato :!:

_________________
http://blocnotescn.blogspot.it/


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MessaggioInviato: 11 ottobre 2007, 15:08 
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boozyfede ha scritto:
Cita:
nel caso del Corno Stella non molti mesi orsono sono

state chiamate in causa le volontà del primo apritore della via Campia ( Campia stesso )per salire e smantellare un recente

lavoro eseguito sulla stessa
quindi : quando si tratta di schiodare vale e viene rispettata la parola del primo ( o primi )

apritore, quando si tratta di ri-attrezzare no !


interessante punto di vista a cui onestamente non

avevo pensato :!:


Ma non è per niente posta correttamente la questione.
Perchè Campia non è

"solo" l'apritore... ma ha dato un parere che va nella direzione della salvaguardia della storia della via e della

parete. Che è una questione oggettiva, indipendente dalle variegate opinioni.
Nel caso si diceva che la chiodatura della

Campia era 'na cavolata in nome di una pseudo sicurezza illusoria e finta, che andava contro tutta la storia della via (apertura

e ripetizioni) e che, per giunta, pure l'apritore non era concorde, anzi lui voleva togliere tutti i chiodi!!
Quindi i

francesi se ne andassero a spittare in Verdon, alla Midi... a scelta loro.
E la questione della volontà (o parola come dice

bonsai) l'ho tirata fuori proprio anche per questa ragione. Perchè ci può essere una "parola" concorde con la volontà

di rispettare la storia della via, di una parete, e una "parola" invece contraria.
E ho fatto l'esempio teorico

(travisato...) di un Koller che ritorna sul Pesce con Makita.
Per evidenziare questa problematica, che come dicevo trascende

il "diritto" individuale dell'apritore singolo.


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MessaggioInviato: 12 ottobre 2007, 23:07 
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da PM :
"su

questo argomento ormai fantozziano in molti aspetti, vedo che anche "noi" che siamo "trad" pecchiamo in buona

fede di presunzione e miopia.
La questione, fin quando il piantare spit non sarà dichiarato un crimine punibile per legge, si

riduce solo e solamente ad una questione di gusti personali e forse di mancanza di fantasia.
Questioni di altro genere, tipo

etica, rispetto della storia dell'alpinismo, l'ingaggio avuto dall'apritore, i "fair means" (credo di Mummery?) sono

buone per passare mezz'ora di divertente riflessione sul forum nelle paise di lavoro: al termine della divertente riflessione

sono arrivato alla conclusione, con un certo sconforto, che sono solo enormi panzane.
Salire le montagne, come ci insegna la

Storia (con la S maiuscola) dell'Alpinismo, è sempre stata una questione compromessi fra capacità fisiche, psichiche, mezzi

usati (dopo Preuss il diluvio!) ecc... Ci affrettiamo a dire SI o NO a un compromesso (vedi spit) quando siamo i primi ad

accettare altri "fair means" che non riesco a capire quali siano, visto che la mia mammà non mi ha fatto i piedi con la

suola stealth. Scalare in scarpette, assicurato da un super-friend ultima generazione (che mi pare non nasca sotto i sassi della

parete), imbrago super ammortizzante, magari magnesio per l'aderenza, mi pare già un compromesso abbastanza grosso con la mia

incapacità, di cui certo non mi vergogno, visto che arrampicare è un'attività di diletto.
Rispettare l'ingaggio dei primi

salitori è un'altra pia illusione, sapendo già dove andare, fra l'altro con i miei "fair means" che già non sono

uguali ai loro "fair means", come se il fatto di non cagarsi nelle mutande nello stesso posto in cui l'ha fatto

Grohmann, Vinatzer o Jindro Sustr sia per me un'onta indelebile.

A vedere questo forum pare che lo spit stia portando

alla fine dei giorni dell'Alpinismo, quando inizio a rendermi conto che sono i miei paraocchi a farlo. Non conosco le Alpi

Occidentali ma nelle frequentatissime Dolomiti basta che uno giro l'angolo o la pagina di una guida un po' in disuso e può

trovare un enorme spazio per le emozioni che vuol vivere (ingaggio, non ingaggio, spit, chiodi, roccia marcissima o spettacolare,

solitudine o folla), fra le quali noi privilegiati di oggi abbiamo anche la fortuna di aggiungere quella della gita domenicale

sugli spit di Passo Falzarego - cosa che a tutti fa schifo perché lo spit ha portato la massa, che, guarda un po', a un'ora di

cammino da lì per chi lo desidera non c'è più. I posti per dire guarda qua, io, zorro2, mi son cagato nelle mutande o mi son

divertito sono moltissimi, anche se non saranno stati gli stessi del buon Vinatzer.
In fondo la "massa" e gli

"omolgati" sono sempre gli altri, come se la massa del mio corpo (e del mio cervello) fosse fatta di materia diversa da

quella degli altri."


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 7:58 
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Bo... mi sembra uno che

manca sa cos'è l'arrampicata. Un discorso puramente teorico.
Cosa ci azzeccano le scarpette con lo stile di arrampicata? Con

la scelta di non lasciar nulla in parete?
Zero!
Solo parole.
Ci son dei brani di Gullich (per prendere uno che di certo

non era un "alpinistone"...) sull'arrampicata di vie da proteggere che si dovrebbero leggere ogni tanto, anche chi

magari non arrampica nemmeno, e però parla.


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 8:07 
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se devo dare un'interpretazione a

quanto riportato da bonsai mi sembra che il succo sia:

"inutile parlare di lasciare intonse vie Storiche o di

arrampicata Classica se poi per salire usi scarpette ultimo modello o protezioni veloci che non erano nello stile dell'apritore

.. ossia: perchè la scarpetta sì e lo spit no ?"


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 8:37 
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roc ha scritto:
se devo dare un'interpretazione a quanto

riportato da bonsai mi sembra che il succo sia:

"inutile parlare di lasciare intonse vie Storiche o di arrampicata

Classica se poi per salire usi scarpette ultimo modello o protezioni veloci che non erano nello stile dell'apritore .. ossia:

perchè la scarpetta sì e lo spit no ?"


pure a me sembra cosi', oltre alle scarpette riporta delle

considerazioni generali che unite tutte insieme formano una valida motivazione
( ho riportato il brano xchè mi sembrava

particolarmente in sintonia con quanto sviluppato nel topic )


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 8:48 
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roc ha scritto:
se devo dare un'interpretazione a quanto riportato da bonsai mi sembra che il succo

sia:

"inutile parlare di lasciare intonse vie Storiche o di arrampicata Classica se poi per salire usi scarpette

ultimo modello o protezioni veloci che non erano nello stile dell'apritore .. ossia: perchè la scarpetta sì e lo spit no

?"


Il succo è quello, perchè scarpette si e spit no. Però io dico che il porre questa domanda è

già sbagliato.
Perchè lo stile che scelgo per salire è il terreno di gioco che "liberamente" scelgo. Son regole

(valide quante altre quindi ne mihgliori ne peggiori, in se) di una particolare disciplina.
Che non vuole tracce in

parete.
Ci son due momenti del ragionamento.
Il primo è storico, quello di non modificare le vie. Ossia lasciare la

possibilità di ripercorrele nello stile originario.
Il secondo è legato all'atto del salire, per far una via da proteggere

devo risolvere una serie di questioni attinenti strettamente alla salita, e che se ci sono spit svaniscono!!
L'arte di

piazzare le protezioni, che tengano un volo! Il gusto di aver trovato la via senza una fila di spit che la indichino... e molto

altri aspetti. Che è quasi inutile elencare se non si "conoscono". Non in teoria ma in pratica... ossia siano

vissuti.
Una via non è solo un numero di grado, una serie di movimenti.
Ma è anche la misura della dedizione che ci ho

messo per salirla. Quasta misura rimane stravolta se, a parità di condizioni (quindi scarpette ecc) la salgo con protezione già

piazzate oppure no.
Ci son delle vie in cui l'aspetto piazzare la protezione è fondamentale, è la caratteristica della via.

E' il terreno di gioco scelto.


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 9:02 
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ma se la stessa via la salgo con gli scarponi come l'apritore il terreno di gioco è comunque diverso

!

In altro sport: è come se corressi lo stesso circuito automobilistico con una vettura moderna o con quella usata da

Nuvolari.
Con le gomme sottili di una volta o con i ruotoni di oggi
Oggi la gommatura della ruota ti fa vincere o perdere

il GP ... Figurarsi montare quelle di 50 anni fa ..


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 9:13 
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roc ha scritto:
ma se la stessa via la salgo con gli

scarponi come l'apritore il terreno di gioco è comunque diverso !

In altro sport: è come se corressi lo stesso circuito

automobilistico con una vettura moderna o con quella usata da Nuvolari.
Con le gomme sottili di una volta o con i ruotoni di

oggi
Oggi la gommatura della ruota ti fa vincere o perdere il GP ... Figurarsi montare quelle di 50 anni fa

..


Scusa ma questo è scontato.
Chi ha mai parlato di voler emulare Preussì Qualcuno in vena di

elucubrazioni, come il tipo del messaggio riportato.
Un confronto con il passato è, in tutti campi sportivi, abbastanza

impossibile, a partire dall'alimentazione, dal tempo libero disponibile, dalle conoscenze sull'allenamento... un serie molto

vasta di fattori rendono il confronto diretto tra l'oggi e il ieri mera speculazione.
Io sto parlando di terreno di gioco,

OGGI.
Posso voler salire una via piazzandomi le protezioni? Semplicemente perchè mi piace. Perchè voglio giocare quel

particolare gioco.
Posso? E' lecito o devo chiedere il permesso agli spittomani?
Io dico che si, devo poter scegliere il

mio terreno di gioco preferito.
Quindi a fronte di una vastissima serie di vie spittate, per tutti gli ordini di difficoltà,

lasciamo delle vie per poter giocare quesa specialità dell'arrampicata.
Non omologhiamo il tutto. E "omologare" non

è un giudizio di valore: meglio-peggio. Ma di differenza oggettiva di stile, di terreno di gioco, oggi.


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 9:26 
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personalmente ritorno al discorso

già fatto:
se lasci al solo apritore la decisione, il 99% delle vie storiche rimane intonsa.

se dici "no, rimane

così e basta. Nessuno la tocca" la considero un'opinione diversa ma comunque da poter considerare.
trovo poco

praticabile la teoria del "sentiamo la comunità prima di decidere se una determinata via può essere spittata"


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 9:36 
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roc ha scritto:
personalmente ritorno al discorso già fatto:
se lasci al solo

apritore la decisione, il 99% delle vie storiche rimane intonsa.

se dici "no, rimane così e basta. Nessuno la

tocca" la considero un'opinione diversa ma comunque da poter considerare.
trovo poco praticabile la teoria del

"sentiamo la comunità prima di decidere se una determinata via può essere spittata"


E'

comunque debole come argomentazione. Debole perchè lascia ad un singolo la decisione. L'autorità delle possibili variazioni.


Se cambia opinione un pezzo di storia svanisce. E non solo la storia, che, mi ripeto, è storia dell'apertura e delle

ripetizioni, ma anche svanisce la possibilità di praticare uno stile.
Sul fatto che sia "poco praticabile" concordo.

Ma non è una ragione per escluderla, dicendo a chi mai dovrei chiedere: "al dopolavoro?, come è stato scritto...
Io

personalmente avessi la balzana idea di andare a spittare, chessò, la Rébuffat alla Midi mi verrebbe da chiedere prima alla

comunità...


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 10:05 
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Cita:
Io sto parlando di terreno di gioco, OGGI.
Posso voler salire una via

piazzandomi le protezioni? Semplicemente perchè mi piace. Perchè voglio giocare quel particolare gioco.
Posso? E' lecito o

devo chiedere il permesso agli spittomani?
Io dico che si, devo poter scegliere il mio terreno di gioco

preferito.



secondo me è lecito ( d'altronde viviamo nonostante tutto in una democrazia

)
nel senso che uno puo' prendere su'
e salire una linea rocciosa come piu' gli aggrada, in Castello ad

esempio
esistono enormi porzioni di roccia non percorsi da vie ( attrezzate o meno )

Cita:
Quindi a

fronte di una vastissima serie di vie spittate, per tutti gli ordini di difficoltà, lasciamo delle vie per poter giocare quesa

specialità dell'arrampicata.


.. tornando alla Castello, la vastissima serie di .... non mi sembra

proprio
anzi l'azione che è stata svolta è andata in parte a colmare una lacuna, qualcuno ha parlato di 5% sul totale delle

vie esistenti nel gruppo ( come valore percentuale potrebbe essere anche piu' basso ) quindi il problema non si pone

proprio

.... e non è che la parte restante delle vie siano nelle condizione di essere salite " senza lasciar

traccia", sono li' e basta, ognuna con la sua storia ed il suo materiale residuo, non è che le stesse persone che hanno il

diritto di salire con lo stile che piu' gli aggrada possono imporre cosa deve o non deve essere attuato sulle vie stesse

.....
se parlano di stile, di non lasciar traccia, di etica od altre cose similari
la soluzione migliore è quella di

scegliere il campo d'azione indipendente dove possono salire e scendere a loro piacimento nel modo che ritengono piu' idoneo,

riguardo alla manciata di vie classiche ( le piu' ripetute ) che in genere sono presenti in qualsiasi gruppo montuoso

innanzitutto sarebbe necessaria un po' di tolleranza in piu' ( anche come atteggiamento mentale ) e rispetto per gli altri


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 10:18 
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grizzly ha scritto:
Io personalmente avessi la balzana idea di andare a spittare, chessò, la Rébuffat alla Midi mi

verrebbe da chiedere prima alla comunità...


oh ma non riesco a farmi capire: tu non sei l'apritore

!
(e nemmeno la comunità)

e poi, ripeto, chi è la comunità ?
e una volta definità: pensi che ne esca qualche

cosa?
Qui siamo in tre e ognuno (giustamente), ha la sua da dire ... figurarsi se metti insieme 100 o più persone .. :?


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MessaggioInviato: 15 ottobre 2007, 10:33 
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Trovo curioso però parlare di "tolleranza anche come atteggimento mentale",

"rispetto per gli altri" e invitare ad andarsene "nelle enormi porzione di roccia non aperte da

vie"...
Comunque non voglio convincere nessuno.
Semplicemente come ho già detto e stradetto ritengo che

nell'arrampicata non ci sia un solo modo di arrampicare, un solo stile: vie a spit.
Per quanto riguarda il lato storico del

ragionamento complessivo (e non solo per il gruppo Castello) io sono per conservare la possibilità dei diversi stili. E se

questa è una imposizione...
A partire dalla conservazione delle vie classiche. Clean se aperte clean, richiodate saggiamente e

senza stravolgimenti dove aperte con chiodi. Informando il più possibile la comunità delle azioni e delle scelte che vengono

compiute.
Gli esempi non mancano.


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