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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Sulla Morte in Montagna
MessaggioInviato: 28 settembre 2005, 7:40 
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Copio e incollo la discussione che sta nascendo su ism sulla Morte in montagna (e sullo speciale dedicatoLe dalla Rivista del Cai)

questo è l'intervento di barbi

---

Ci vuole un bel coraggio a presentare un pacco di articoli su Lady Ranza, ma
la Rivista del CAI l'ha fatto sull'ultimo numero di settembre col Dossier
"La morte in montagna". Articoli di Roberto Mantovani, P.G.Oliveti, Oreste
Forno (veramente esaustivo spaziando dalle disgrazie di ieri a quelle d'oggi
con relative statistiche), Angelo Recalcati (alpinismo delle origine e
nascita della mistica della lotta con l'alpe) e il bel racconto di Bregani
"Il camoscio bianco".
Da leggere l'articolo di Mantovani dove secondo me ci azzecca parlando
dell'abitudine di ricercare i particolari delle disgrazie, dopo di che alla
fine "si e' tutti pronti a sostenere che le vittime in fondo se la sono
cercata" per giungere alla conclusione che "a me non capiterebbe, io sto
attento... E non solo: oltre a esorcizzare un possibile danno alla propria
incolumita', un atteggiamento del genere ha anche lo scopo inconfessato (e
inconfessabile) di preservare il gioco, di porlo al di la' di ogni sospetto:
[si dice:] pericoloso l'alpinismo? Stupidaggini: gli incidenti capitano
perche' non ci si assicura nel modo giusto; se usi corda e ancoraggi come si
deve, e' praticamente impossibile incappare in qualche guaio" ecc. ecc.
il barbi
PS anch'io in effetti mi informo bene sui particolari delle disgrazie, ma
solo perche' mi potrebbero tornare utili... cio' non mi ha impedito di
commettere svariate cavolate
---

ecco altri due interventi
(max)
Non ho letto l'articolo in questione ma concordo con te.
Significativo in proposito il libro di Forno "Il paradiso può
aspettare" in cui sono citati incredibili casi di sfortunatissimi
eventi/coincidenze.

Perchè un fulmine colpisce il tuo compagno a pochi metri da te?
Perchè il sasso è caduto 10cm alla tua destra? Perchè la valanga ?
caduta 5 minuti dopo che sei passato?
Sono tutte cose che credo siano capitate a tutti quelli che, come me,
frequentano assiduamente la montagna.

In pratica, quando arriva il tuo momento non c'è corda, friend, spit o
altro che tenga...

Saluti
Max
---
e Lorenzo

Concordo, per? si risalgono abitualmente dei canaloni da valanghe
(coluoir fa Più alpinista forte...) prima o poi si incontra la
valanga, proprio quella che, non avendo la sera prima ascoltato il
bollettino ed essendo ignorante di zero termico ecc. ecc., si lancia a
valle senza problemi.
La paura ci trattiene a casa ed il fatalismo ci porter? al cimitero:
ci sarebbe la consapevolezza che si sta praticando un'attività
pericolosa, ma richiede un equilibrio mentale che non tutti hanno.
In montagna ci sono delle situazioni di pericolo incontrollabile (il
classico lungo tratto improteggibile...coi friends, nuts, chiodi e
quant'altro che appesi alla nostra cintura rendono solo Più faticoso
il procedere) per? dovrebbe far riflettere il fatto che la maggior
parte delle disgrazie avviene sul facile: spesso il difficile non ?
pericoloso (si pensi ad uno strapiombo chiodato a spit) mentre lo ?, e
di molto, il facile dove non ci si vuole e non ci si può assicurare
per una somma di ragionevoli motivi.
Il confine tra la prudenza, il coraggio e la paura è molto sfumato.
La consapevolezza che si sta praticando uno sport pericoloso, anche se
l'industria sostiene il contrario con l'avventura in confezione spray o
formato famiglia, ci far? accettare le disgrazie altrui come facenti
parte del gioco. Per la nostra, non saremo i grado di commentare.
Dopo i debiti scongiuri di rito, cordiali saluti
lorenzo

_________________
Giacomo Letizia Elena Daniele
La rinuncia è il primo passo per la salita di domani

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Ultima modifica di dags1972 il 28 settembre 2005, 7:42, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 28 settembre 2005, 7:41 
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questa la mia risposta

li ho letti con interesse....mi ha colpito il fatto che i sopravissuti
alle cadute concordino sul fatto...che il tempo si dilati e che
passati gli attimi iniziali in cui si annaspa alla ricerca
dell'equilibrio perduto si passi alla rassegnazione, alla pacifica
accettazione di quanto stava per accadere

nel mio piccolo e nella mia pippagine mi sono trovato pure io in una
situazione del genere...ero in falesia (Sciarborama) e slegato facevo
un micro diedro una cosa alta 5 metri...di II forse a voler essere
generosi...mi è scivolato il piede e sono cascato all'indietro...

ricordo solo che la caduta (5 emtri) mi è sembrata eterna...per
fortuna (!) era un diedro e così non ho fatto 5 mt a volo libero ma 5
metri prendendo ripetute testate (avevo il casco)... il tempo si ?
dilatato....non sentivo male....il giorno dopo passata l'adrenalina
che male...e pensavo a quanto fossi stato un c...one a morire in quel
modo ... anche ai miei compagni il tempo è sembrato essersi fermato...

(nb il tutto è successo prima del ng quindi ecco a cosa potete far
risalire il mio essere così speciale)

_________________
Giacomo Letizia Elena Daniele
La rinuncia è il primo passo per la salita di domani

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MessaggioInviato: 28 settembre 2005, 8:11 
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l'alpinismo è pericoloso ?
secondo me la risposta è sì: Più ti spingi a fare questa attività e Più frequenti sono le uscite ... Più aumentano le possibilit? che succeda qualche cosa.

Con questo voglio solo dire che bisogna essere consapevoli che non è come fare ciclette od un videogioco: occorre sempre attenzione e massima lucidit?.

Se stai attento non ti succede niente?
non ci credo: come dice l'articolo gli incidenti capitano per motivi soggettivi (cazzate fatte dall'alpinista), ed oggettivi (frane, valanghe, fulmini ecc.). Quindi tu puoi essere attento e lucido quanto vuoi ma la "fatalit?" può capitare (anche se effettivamente i numeri parlano di una notevole incidenza degli errori umani)
Del resto può capitare che un coglione che sta 2 tiri sopra di te faccia cadere mezza montagna o anche solo un moschettone.

Per il resto, per quanto mi riguarda, con il passare degli anni sto diventando sempre Più fatalista.
E' notizia recente di quello che è morto entrando in chiesa: è crollato l'enorme crocifisso di legno che era appeso sopra l'entrata .... della serie "se deve capitare tanto vale che mi capiti facendo qualche cosa !"

Quando sono volato, l'anno scorso, la sensazione che ho avuto è ... il nulla.
Nel senso che il tempo sembra fermarsi per un istante lunghissimo: non ho percepito la sensazione di rassegnazione, al contrario.
Durante la caduta aspettavo solo lo strattone della corda che mi arrestasse ... sembrava non arrivare mai ..
mi rendevo conto della lunghezza del volo solo perchè sentivo aumentare di intensit? il rumore dell'aria ...
ma non mi sono mai sentito rassegnato :wink:


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MessaggioInviato: 28 settembre 2005, 20:18 
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Mi sono soffermata su queste riflessioni la settimana scorsa, dopo aver letto "La morte sospesa" e penso di poter sintetizzare il miopensiero come segue.
Innanzitutto, l'attenzione in ci? che si fa in montagna deve essere comunque massima. Io non sono un'alpinista (o non ancora?? chi lo sa.....) ma .. mi rendo conto - specialmente nei passaggi 1 p? + esposti - che .. insomma ... occorre tenere gli occhi ben aperti e la mente concentrata su ci? che si fa .. perchè .. volare è 1 attimo. Quindi: mai sottovalutare la difficolt?.
E - poi - mai sopravvalutare se stessi. se ci si rende conto che 1 dato passaggio è al di sopra delle proprie possibilit? ... la miglior cosa è tornare indietro. Tanto la montagna non scappa..... e col crescere dell'esperienza.... quello che oggi sembra l'Everest magari tra 1 anno sembra 1 collina. Tornare indietro non è piacevole e può anche essere vissuto come 1 sconfitta ma occorre avere la lucidit? e la prudenza necessarie per farlo .. quando ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa che va oltre le proprie capacit?. Il primo obiettivo nn deve essere la vetta. Il primo obiettivo deve essere tornare a casa vivi e possibilmente integri. Il secondo deve essere divertirsi e ... io personalmente nn mi diverto tanto se per la maggior parte del tempo ho paura di morire...
Poi ....occorre sempre tenere conto delle condizioni meteo e delle condizioni della montagna. Ci? che magari normalmente è ... facile può non esserlo x esempio in caso di neve (specialmente se nn si è attrezzati a dovere). Se sta x mettersi a piovere o a nevicare ... può darsi che la miglior cosa sia rinunciare (ma dipende dalle difficolt? oggettive del percorso...). Il concetto è sempre lo stesso .. Meglio rinunciare e tornare a casa magari incazzati neri ma ... vivi ... piuttosto che ... non tornarci proprio a casa....

Poi, va detto che- una volta adottate tutte le precauzioni del caso- esiste un rischio oggettivo che non è eliminabile e con il quale bisogna convivere e che bisogna accettare perchè l'alternativa è rimanere a casa.
E' evidente che la fatalit? può sempre verificarsi .. a prescindere dalle precauzioni che ciascuno può adottare.
Qs livello di rischio è connaturato con tutte le attività che possiamo svolgere in montagna anche se è evidente che magari un alpinista corre 1 rischio maggiore rispetto a quello che posso correre io...
Per fare 1 esempio .. a maggio sono stata alle Rocche del Reopasso. Eravamo quasi alla fine della discesa... e io in discesa sto attenta e vado pianissimo, per preservare le mie ginocchia quindi ... non si può dire che fossi distratta. Niente.. non so nemmeno io come sia successo.. sono caduta... Una cavolata.. nn mi sono fatta niente ... ma se cadevo qualche metro sotto c'era il precipizio..... e probabilmente - nonostante la massima concentrazione - sarei volata di sotto...

Personalmente cerco di ridurre al minimo i rischi che posso controllare ma non ho difficolt? a convivere con quelli che sono al di fuori del mio controllo... Io sono fatalista. Io penso che se mi deve succedere qualcosa .. mi succede ovunque io sia: se sono in montagna posso finire in un burrone, se sono per strada mi può falciare un pirata della strada o posso finire sotto il pullman... il risultato sarebbe lo stesso
(ma se potessi scegliere.. ecco .. nn sceglierei di finire spiaccicata contro 1 guard rail.....)

_________________
Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo.

Isabel Allende


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