max1971 ha scritto:
Grandi! Davvero grandi!! Mi dai qualche informazione sulla via che avete fatto?? Lunghezza della via, sviluppo, difficolt? max, difficolt? complessiva, quota della vetta, ecc.????
Grazie e ancora complimenti!
In auto fino al parcheggio che si trova nei pressi del ristorante "La Montanara" (a monte di Torgnon. Seguire indicazioni per Septumian), quota 1885 circa.
Purtroppo i recenti lavori per il nuovo acquedotto hanno "fatto sparire" un po' di sentieri. Quindi per sentiero o per strada poderale fin nei pressi delle baite dello Chateau (quote 2400 circa).
Di qui parte una traccia, sempre + evidente per il Rivolta. La prima parte bella tra massoni e prati, la seconda un pelo faticosa su sfasciumi.
Si arriva così al Rivolta, quota 2900 circa.
La vetta della Cian è 3320 mt. Quindi la via copre un dislivello di 420 mt. Ma attenzione lo sviluppo è notevole (si capisce e si vede bene da Cheneil o dalla finestra di Cignana o che so dal Perucca).
Si sale al col del Fort (5').
Qui attacca la via. C'? un cartello di legno alla base.
La prima parte è banale e su rocce non proprio stabili.
Si arriva sotto un bel muro. Qui conviene legarsi. Si attacca un muro (dicono III) a lame. La roccia è bellissima e solida. Al termine delle lame si può passare a dx (facile) per un diedrino. O a sx per bella placca a "bugnoni" (un pelo + difficile ma molto estetica).
Saranno 12-15 mt. Io non ho messo nulla. Ma volendo un paio di friend medio-grandi possono tornare utili.
Superato il muro la cresta si abbatte. Qui si trova un cordone di sosta.
Da qui si cammina (non è ancora cresta! Ha Più del pendio/cengione) fin sotto il primo torrione. Qui la roccia è differente. Rossa e a scaglie, molto articolata. E' bene controllare tutti gli appigli e gli appoggi. Ma nel complesso è buona. Noi siamo saliti di conserva. Forse II o II+. Molto facile e a tratti (dicono) un pelo esposta (ma io non me ne sono accorto).
Se non si cercano "varianti" si sale fin sulla cresta vera e propria. Questa è praticamente orizzontale. A tratti affilata ma "camminabile".
Ogni tanto ci si fermava per ammirare il panorama e per fare foto.
Non ricordo particolari difficolt? o passaggi strani fin sotto le placche Rey.
Viste dalla cresta sono impressionati.
Giunti proprio sotto si deve ancora superare un piccolo torrioncino. La via passa dietro a quest'ultimo. Si risale per belle placche e poi che una fessura (non proprio banale, forse III+, io l'hoo poi fatta slegato).
Noi abbiamo affrontato il torrioncino (15-20 mt) direttamente. Infatti al centro è solcato da due belle fessure: strapiombanti, per?!.
Io mio socio è passato prima a dx per spigolo e poi si è portato al centro.
Facendo così direi IV/IV+ fino alla fessura. Poi direi VI (ma bello tosto) per la stessa.
Io, da secondo, sono salito direttamente. Prima per placca, direi V molto delicato. Infatti ci sono un paio di ristabilimenti non male (occhio agli appigli), poi fessura.
Sono poi sceso e slegato ho percorso la via "giusta"!
Raggiunto la "vetta" (vetta per modo di dire per lo stesso è attaccato al torrione delle placche rey) si prende un piccola cengia (15-20 cm) che taglia in orizzontale i lato N del torrione (proprio sopra i ghiacciaio di Roesetta, o di quel che ne resta
). Diciamo una dozzina di metri. In fondo si trova una bella e nuova sosta a spit.
Qui iniziamo a scalare le famose placche. Se si segue la chiodatura (uno spit a tiro) si trova una sosta ogni 20-25 mt. Noi abbiamo preferito risolvere il tutto con due tiri (se non sbaglio sono 3 o 4).
Qui i nut e i friend servono a poco o a nulla. Le placche sono veramente belle e la roccia è + che ottima. Unico neo ..... sono troppo compatte e difficili da proteggere. I passaggi cmq, non superano il III/III+.
Io come al solito da sosta a sosta non ho messo nulla. Mi sembrava brutto interrompere il movimento per cercare il modo di infilare qualcosa.
Sono certo per? che zizzagando qua e la qualche fettuccia su qualche spuntone si possa fissare.
Qui ........ potatevi delle fettucce!
Con l'ultimo tiro ci si porta proprio sul bordo sx del torrione. Qui si entra nel famigerato "camino Maquignaz". Dicono III+, mah? E' un bel diedro camino ma "appoggiato". Ci si cammina dentro! Bello molto bello!
All'uscita del camino c'è un passettino di IV. Anche qui dicevano "esposto", mah? come al solito io non mi sono accorto di nulla (certo che ..... dopo la traversata delle torri del Vajolet nulla mi ha Più impressionato
).
Dalla sommit? del torrione per esile cresta si raggiunge una zona di sfasciumi e di qui in breve si è sotto l'ultimo torrione (la vetta).
Le possibilt? di salita sono molte. Si può salire direttamente, ma la roccia non è un il max e le difficolt? sono + elevate. Oppure si scxala un camino a dx. Usciti dal camino con due passi un po' delicati (neve fresca) si raggiunge una cengia. Di qui con ultimo passo (un po' strapiombante) si raggiunte lo spit di calata e poi la vetta.
Inutile dire cosa non si vede dalla vetta.
Raggiunta la vetta non bisogna illudersi che sia "fatta", anzi siamo si e no a met? dell'opera.
Il buon Buscaini per la discesa consigliava la via normale (cresta NNO). Il fatto è che:
1) è lungo
2) bisogna scendere per un canale nevoso, quindi ramponi e picca dietro
3) bisogna attraversare uno dei ghiacciai + crepacciati della terra.
A questo aggiungo:
1) il canale nevoso non è + nevoso. Questo oramai da anni. In questo modo sono affiorati, non massi, ma veri e proprio frigoriferi. Quindi scendere per un canale (40-45?) del genere è un vero suicidio.
2) il ghiacciaio non c'è +. O meglio non c'è Più la parte bella. Così sul fondo del canale c'è un bell salto (roccia liscia e levigata) e camminare sul fondale di un ghiacciaio non è bello.
Così alcuni anni fa le guide di Cervinia hanno segnato, per la discesa, un vecchio itinerario sulla sud, cio? il lato che si vede dal lago Cian.
Avevo già esplorato a suo tempo questo versante e mi ero sempre chiesto "perchè non scendere di li?".
Ecco che le guide, pur di non perdere la possibilt? di portar clienti si sono lanciati.
Che dire, si scende bene ed in fretta. Noi in circa un'ora eravamo nuovamente al Rivolta, per?......non è assolutamente banale.
Sicuramente la discesa ci ha impegnato di + della salita.
Dalla vetta si scende fin alla sosta di calata (tratto impressionate!). Si fa un doppietta di 25 mt e si raggiunte la base del torrione principale. Di qui, gurdando il torrione stesso, si prende a sx. Dopo pochi metri si incontra un ometto. Si segue la gengia che contorna a sx il torrione principlae.
Fatti pochi metri si incontra un chiodo con cordone. DI qui si può eventualemente fare una seconda doppietta (10 mt). Noi siamo scesi disarrampicando. E' necesario per? scendere una placca un po' liscia (sotto di noi c'è un bel salto).
Arrivati alla base della placca (rivolti a valle) si piega a sx (ometto) e per cengia si prosegue ...........[cut] ..........
In pratica di continua così, per cengine e gengette. A volte discetamente ampie (al max 20 cm) a volte molto strette. Verso il fondo si incontrano un paio di camini da scendere (attenzione!).
Con pochi altri passi d'arrampicata ci si porta sulla grande cengia detritica.
Di qui si scende verso valle (attenzione a non scivolare), fin quando sulla sx non si nota una sottile cengia erbosa. Lontato si vede un grosso masso.
Ora si taglia decisamente a sx e si deve cercare di marciare in orizzontale.
Arrivati al grosso masso, si contorna la base bel primo torrione. In breve si raggiunte la zona di sfasciumi che abbiamo già percorso. Siamo sulla via di salita. Si scende fin al cordone della prima sosta e con doppia da 25 mt ci si porta al colle.
Questo è quanto.
NOTE:
1) scusate ma non ho avuto molto tempo per rileggere il tutto
2) appena ho tempo traccio su una foto l'itinerario di discesa