stando alla notizia così come l'ho letta, penso che in questo caso sia più che giusta la richiesta !

Pienamente d'accordo.

Certo questa è una situazione limite (addirittura, stando all'articolo, non si sono nemmeno premurati di avvisare il soccorso che non era più necessario l'intervento ).

così dice l'articolo del giornale
poi è anche vero che sarebbe tutto da verificare.
(cellulare scarico? visto che non riuscivano a recuperarli si son mossi da soli e poi il cellulare non prendeva più?)

è la prima situazione che mi è venuta in mente in tal caso secondo me non è granchè giusta la richiesta di pagamento, ma ferme restando queste le condizioni (difficili peraltro da verificare)

.... ma che significa esigenze sanitarie il recupero in montagna di alpinisti/scialpinisti/escursionisti in situazione di pericolo è contemplato o per farsi soccorrere e non pagare bisogna per forza spaccarsi qualcosa

mah forse (ipotizzo) l'emergenza sanitaria è più verificabile che la situazione di pericolo (ben più soggettiva)

ovvio... ma fino a poco tempo fa non c'era distinzione... ora mi chiedo:
- vado a fare una via e per qualche motivo, esterno all'infortunio, rimango bloccato in parete, devo pagare
- vado a fare un escursione e mi perdo (fungaioli e non solo, in caso di nebbia che mi disorienti e/o poca familiarità col luogo), il soccorso che viene a recuperarmi, lo devo pagare

domande giustissime e interessanti
la cosa che invece mi fa un pò incarognire è questa:


allora mi chiedo: se sei esausto, ma veramente esausto, oltretutto comprensibilmente dopo una salita (non so da quale via, ma comunque più impegnativa della normale) dal grand pilier d'angle, e probabilmente avendo messo in conto 2/3 giorni in quota, con relativi approvvigionamenti, dubito che ti riprendi e decidi di salire in vetta e nel caso, invece di bivaccare, per dire, alla vallot, decidi di iniziare a scendere
credo che l'idea del frullino che in caso di unghia rotta ti riporti prontamente a valle sia troppo comoda e abbia abbassato notevolmente sia la soglia di rischio che di fatica che si dovrebbe accollare chiunque affronti una salita in quota
idea da profano e ignorante naturalmente

concordo con boozy: è infatti a questo a cui mi riferivo quando parlavo di "situazione limite", nel senso di fin troppo evidente (peraltro sul momento non mi era venuto in mente che potevano essersi scaricate le batterie del cellulare).

Questo tema è stato ripreso da un articolo della rivista del cai: l'autore, anche un po' provocatoriamente, lamentava il fatto che dall'avvento dei cellulari chi frequenta la montagna spesso non è preparato a fronteggiare una situazione imprevista...
Si spingeva addirittura ad "accusare" anche gli stessi corsi cai che spesso non insegnano le manovre di soccorso (e qui il discorso si farebbe moooooolto più ampio...).

Mah, purtroppo la questione della richiesta di soccorso è sempre molto difficile da codificare (sia in montagna che nella vita di tutti i giorni). Il tutto deve, per forza di cose a mio avviso, basarsi sulla coscienza di ognuno di noi...
...purtroppo ci sarà sempre qualcuno che prenderà alla leggera un'escursione (solo per restare nel caso specifico) pensando che comunque poi qualcuno penserà a toglierlo d'impiccio

Quindi, per restare sul fatto specifico, secondo me è giusto che ai due spagnoli venga richiesto il pagamento del "servizio", salvo poi valutare le argomentazioni che porteranno a giustificazione del mancato avviso di non più necessità di intervento di soccorso.

effettivamente non l'ho specificato ma le mie domande non erano per giustificare quanto accaduto nell'articolo (fatti che non riesco a valutare e non ci penso neppur molto a farlo) ma per capire come si è orientato il soccorso in montagna...

tornando all'articolo, ed in base a quello, loro sono colpevoli di procurato allarme e ciò sarebbe valso anche in passato

il primo raginamento che avevo fatto è pari-pari quello di fede: in due, esausti, quindi con problemi di lucidità e quant'altro, chiamano il soccorso. Magicamente il giorno dopo sono in piene forze e arrivano in vetta.

A mio parere significa abusare un pò di quella che è la tecnologia odierna (cellulare) e buttarsi su una via anzichè l'altra sapendo che tanto qualcuno che viene a prenderti c'è sempre.
Con questo ragionamento mi viene spontaneo pensare che sia giusto far pagare un tot per procurato allarme.
Più che altro perchè da qualche altra parte (magari) poteva esserci qualcuno che del soccorso ne aveva davvero bisogno (infortunio più o meno serio e non un "semplice" sono stanco) e per scoraggiare l'abuso di richiesta di soccorso.

Un caso particolare, perchè in linea di massima la mia idea è che non sia corretto far pagare e, sempre a mio parere, non si dovrebbe pagare nemmeno nei due casi citati da funsu.

Sonia diceva giustamente:


pochi mesi fa ho fatto un corso di aggiornamento, per lavoro, come "addetto al primo soccorso"
alla fine della favola per due giorni non han fatto altro che ripeterci che "non siete medici: in qualsiasi situazione chiamate il 118 spiegate la situazione e saranno loro a dirvi cosa fare"
La prima volta che mi è stata detta 'sta cosa ho chiesto se, così facendo, non c'era il rischio di occupare una linea dedicata al soccorso per delle "belinate" o - in casi più estremi - far partire una guardia medica cha magari potrebbe andare dove invece c'è davvero bisogno ...
Risposta: "non vi preoccupate che tanto chi vi risponde al 118 è perfettamente in grado di sapere a chi dare una priorità"
Sarà anche vero .. ma mi pare lo stesso una ca##ta

Magari la stessa cosa potrebbe ribaltarsi alle richieste di soccorso in montagna, ma molto dipende che da come descrive la situazione chi chiama ... nel caso dell'articolo: "siamo sul Pilier D'angle: il meteo sta peggiorando e siamo un pò stanchini .."
alè: arriva subito l'elicottero!!

riporto l'estratto di un articoletto apparso sullo "Scarpone" di agosto: