Il Neander-trail dall’altra parte….
Per ragioni logistiche abbiamo deciso di recarci alla gara con l’auto anziche’ con il camper (molto comodo come punto d’appoggio, molto meno per la guida!).
Partiamo di casa con le migliori aspettative, c’è un fortissimo vento (infatti al ritorno troveremo il balcone di casa completamente disastrato!) ma il sole fa cucu’ e questo ci fa ben sperare.
Superiamo il Colle di Tenda e ci accoglie un temporale da paura: pioggia battente, grandine, cielo cupo e vento…
Ci viene subito un po’ di magone vista l’esperienza dell’anno scorso dove la prima parte della gara era stata fatta tutta nel fango. Un po’ piu’ avanti sembra pero’ rasserenarsi e, man mano che procediamo il cielo si tinge di azzurro.
Prima tappa a Sospel per vedere dove hanno previsto il punto di ristoro in modo da avere idea di dove aspettare Bonsai dopo Camp d’Argent. Non c’è ancora nulla di pronto ma insieme percorriamo parte del percorso in modo da sapere da quale parte arriveranno. Puntatina in un bar dove Angelo mangia la sua razione di carboidrati (pastasciutta preparata al mattino e tenuta in caldo nel classico “baracchino”, per noi accompagnatori invece scorpacciata di dolce panna (abbiamo preso di mira una pasticceria vicino al bar dove solo con lo sguardo e l’acquolina in bocca ho preso 2 Kg!) il tutto accompagnato da un buon te’ caldo … e nel frattempo piove!
Dopo il ristoro partiamo alla ricerca del punto di partenza: Camp d’Argent Col de Turini.
La strada che ci troviamo a percorre non è delle piu’ simpatiche, al ritorno la dovro’ affrontare con la luce del crepuscolo e con la nebbia. Si accoda un fuoristrada che ci fa segno di accostare… Atleti che stavano andando alla partenza e che ci chiedono se siamo diretti anche noi li’ e se siamo sicuri della strada: ovvio abbiamo preso il navigatore apposta! (Angelo nel timore di vedermi vagare tra le montagne francesi ha deciso che era un acquisto motivato!)
Ancora un po’ di tornanti ed eccoci arrivati!
Magnifico posto, chissa’ a vederlo con il sole che spettacolo….!
Prendiamo la borsa e ci infiliamo nello chalet adibito a punto d’iscrizione: quanta gente in coda!!!
Angelo si mette diligentemente dietro l’ultimo, i ragazzi ed io conquistiamo un posto vicino al braciere. Ci sono decine di persone che si cambiano, si vestono, si preparano ad affrontare una nottata di fatica nel miglior modo possibile. La borsa per Angelo l’ho preparata io e quindi osservo gli altri atleti cercando di ricordare se anch’io ho infilato quella cosa nella borsa…
Arriva Angelo, iscrizione ok, possiamo procedere alla preparazione dello zainetto che lo accompagnerà nella sua avventura. Breve collaudo all’esterno e fissiamo tutto con il nastro.
Manca pochissimo alla partenza, iniziano a far entrare i corridori nell’area a loro riservata dopo aver rilevato con la macchinetta l’ingresso tramite chip.
Entra anche Angelo, qualche foto-ricordo ed ecco che annunciano la partenza.
Ci fiondiamo dalla parte opposta di dove siamo per immortalare la partenza, io con la fotocamera ed Ale con la videocamera. Musica a tutto volume, atleti che urlano la loro voglia di partire… “ cinq, quatre, trois, deux, ….. ALLEEEEEEEEEE” ed è un variopinto serpentone che assalta la collina d’erba li di fianco. Angelo è passato, sono riuscita a fare una bella foto e spero che Ale, un pochino piu’ distante, riesca a rimprendere la corsa al suo inizio.
Li guardiamo salire sulle pendici erbose, urlando il nostro incitamento che speriamo li accompagni per tutta la notte!
Non ci resta che dirigerci a Sospel dove aspetteremo di veder spuntare le frontali dalla montagna.
Troviamo il fatidico luogo del ristoro (diverso dall’ubicazione dell’anno precedente), fa un freddo incredibile e cosi’, tra un boccone e l’altro ci vestiamo e ci troviamo un posticino “panoramico” sull’arrivo degli atleti. I primi arrivi sono previsti verso le 22,00 per cui abbiamo tutto il tempo di prendercela comoda. Facciamo due passi, visita obbligata alla toilette (poco fine lo so ma…. Era davvero obbligatoria!!!), scherziamo e ridiamo con gli altri che sono in attesa come noi.
Puntale come un orologio svizzero ecco che si vede la prima lucina scendere dalla montagna : ovviamente è Guillon che sembra essere partito da un paio di Km. Anche lui accolto dalla sua famiglia si rifocilla e quando vede arrivare il secondo decide di partire!
Il secondo (Giampaolo Fontana) sbalordisce la famiglia che non si aspettava di vederlo arrivare cosi’ bene.
Poi tutto si blocca, gli altri atleti arrivano con il contagocce…
Dopo circa un’oretta incomincio a capire che c’è qualcosa di strano, una particolare agitazione tra gli organizzatori. Origlio i loro discorsi e capisco (meno male che ho tenuto fresco il mio francese!) che è scesa la nebbia nel punto piu’ delicato del percorso, la variante inserita nel road-book negli ultimi giorni, la salita al Mangiabo’… speriamo bene…
Intanto il tempo passa, qualcuno arriva ma verso le 23,30 saranno passati una trentina di trailer.
Gli organizzatori nel frattempo hanno la notizia che circa 20 atleti si sono persi nella nebbia…. Anzi no, sono circa 30….. passa qualche decina di minuti e il numero sale a 50…
Arriva il responsabile francese, parla con gli addetti che sono presenti e dice che un atleta è caduto e non riescono a trovarlo, altri hanno telefonato ma non sono riusciti ad avere notizie certe su cosa sta succedendo sul Mangiabo’… ed è circa mezzanotte.
Andrea, il nostro cucciolo, incomincia a preoccuparsi perché non vede arrivare il suo papa’, fa freddo e lui è molto stanco… incomincia a lasciar scappare qualche lacrimuccia…. Alessandro prontamente corre in macchina e prende la copertina di pile, io nel frattempo lo consolo dicendo che il suo papa’ trovera’ sicuramente il sentiero per arrivare fin da noi… ci fidiamo di lui e sappiamo che la sua prudenza viene prima di tutto, e che non dobbiamo preoccuparci, tra un po’ sarà qui e avra’ bisogno di trovarci solidali con lui, pronti a fare il tifo e a regalargli un sorrisone!
Arriva il fuoristrada che ha recuperato l’infortunato… mentre tutti gli atleti che arrivano sono arrabbiatissimi e tanti decidono di ritirarsi perche’ lo sforzo di ritrovare la giusta direzione li ha completamente svuotati e non se la sentono psicologicamente di continuare….
… finalmente vedo comparire una maglia rossa ed un passo famigliare: evviva Angelo è qui!!!!! (sono circa le 24,30)
Andrea non crede ai propri occhi, si attacca alla sua gamba e non lo molla più!
Ascoltiamo il suo racconto che ha veramente dell’incredibile, Alessandro si precipita in macchina a prendere le scarpe asciutte, io vado a chiedere dei cerotti al servizio medico, Andrea si coccola il suo papa’.
Non oso chiedere se ha intenzione di proseguire o se preferisce mollare tutto e salire in macchina con noi… non voglio influenzare in nessun modo la sua scelta, aspetta questa gara da troppo tempo e non voglio assolutamente inclinarlo verso un qualcosa di cui si potra’ pentire… Questi ultimi mesi non sono stati facili per noi e mi sento di appoggiare pienamente la sua scelta, qualunque essa sia.
Angelo decide di proseguire la sua sospirata avventura, un bacio di incoraggiamento, lo accompagnamo un pezzetto e lo lasciamo inseguire il suo sogno!
Andiamo in macchina, Andrea si addormenta tranquillo, Ale mi programma il navigatore per Cap d’Ail; partiamo!
Per la strada panorami stupendi ci tengono costantemente compagnia, il mare ci aspetta alla fine della nostra discesa.
Arriviamo a Cap d’Ail verso le 2,00 e ravaniamo come dei pazzi a trovare il circolo nautico dove ‘ previsto l’arrivo. Ad un certo punto ci troviamo in una strada piena di locali con la gente che balla per strada… torno indietro ed infilo in senso unico al contrario … mi viene da piangere! Ale scherza per tirarmi su di morale : “ dai mamma, al limite telefoniamo a papi e gli diciamo di prendersi un caffe’ mentre ci aspetta!”
Finalmente imbrocco l’incrocio giusto e dopo qualche “giro turistico” arrivo al parcheggio della spiaggia: sono le 2,30.
Andrea dorme beatamente e preferiamo dormire in macchina piuttosto di svegliarlo ed andare in palestra.
… buona notte!
Alle 5,30 mi sveglio, a differenza dello scorso anno nessuno ha accolto al microfono gli atleti, lasciandoci nel silenzio piu’ assoluto, ottimo per noi ma peccato per chi arriva…
Alle 6,00 si sveglia anche Andrea e decidiamo di andare ad applaudire chi arriva.
Angelo ci raggiunge alle 9,00. E’ stanco, ha i piedi malconci, è arrabbiato per il disguido del Mangiabo’, e’ felice per aver concluso questa avventura ed aver realizzato per la seconda volta il suo sogno… e io sono estremamente orgogliosa di come ha saputo tenere duro, di come ha gestito la situazione di emergenza sopravvenuta, di come ha voluto con tutta la sua volonta’ raggiungerci sulla spiaggia e poter dire : “CE L’HO FATTA!”