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 Oggetto del messaggio: Chi usa Apple è più ricco?
MessaggioInviato: 2 agosto 2012, 8:24 
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Prendo spunto da un recente articolo pubblicato in rete:
http://www.linkiesta.it/prenotare-vacan ... -economico

linkiesta.it ha scritto:
Stai cercando un’offerta low cost per la tua vacanza estiva? Se vuoi risparmiare davvero, prenota utilizzando un Pc. Il suggerimento, apparentemente balzano, arriva nientemeno che dall’Economist. Il prestigioso settimanale inglese giunge a questa conclusione analizzando quanto siano in piazza le informazioni su noi stessi che forniamo quando navighiamo. I cookies nei siti di confronto di viaggi online sono in grado di capire dalle altre finestre che lasciamo aperte non solo i nostri gusti, ma anche la nostra età, il sesso e soprattutto la capacità di spesa. Addirittura, se l’Ip è collegato a un indirizzo “fisico”, si riesce a risalire alla zona della città dove siamo connessi, centrale o periferica. Com’è facilmente intuibile, questi dati servono a regolare di conseguenza, al rialzo o al ribasso, le proposte di alberghi, voli e pacchetti vacanze. Ma questo vale anche per altri prezzi flessibili, come quelli delle assicurazioni online. Abiti in centro, usi abitualmente un Mac, e ti sei dimenticato una finestra aperta sul sito della Volkswagen? Evita di vantarti con gli amici su quanto hai risparmiato, avresti potuto ottenere uno sconto maggiore usando il Pc dell’ufficio.

Tra tutti i broker contattati dall’Economist, l’unico ad ammettere apertamente di praticare la personalizzazione delle offerte è Orbitz, che da un lato conferma – chi prenota dal Mac effettivamente spende di più – ma dall’altro precisa di non fornire prezzi diversi per le stesse camere. Ravi Vijayaraghavan di [24]7, società di consulenza con sede a Bangalore che si occupa di sviluppare software di customizzazione per i vari broker – uno dei clienti è United Airlines, che però non conferma né smentisce – spiega al settimanale british che con questo sistema i siti riescono a raddoppiare e in alcuni casi quadruplicare i ricavi rispetto al classico software che propone prezzi ribassati a caso. Un altro trucchetto per segmentare ulteriormente i potenziali clienti, nota ancora Vijayaraghavan, è monitorare il tempo impiegato dagli utenti per arrivare alla pagina di pagamento, più veloce è, più netta è l’intenzione d’acquisto, e quindi superfluo lo sconto.

Attenzione, però: il software spione deve essere sufficientemente sofisticato da non farsi beccare facilmente dai clienti. L’esempio che fa Werner Reinartz, professore di Marketing all’Università di Colonia e consulente di alcune società che stanno nella lista Fortune 500, riguarda Amazon. La libreria online di Jeff Bezos, già nel 2000, aveva provato a proporre i Dvd a un prezzo differente a seconda del browser utilizzato dall’utente, per capire se ci fosse una correlazione tra il navigare con Safari o Internet Explorer (Firefox arriva nel 2004, Chrome nel 2009) e una maggiore disponibilità a spendere. I clienti se ne accorsero e pretesero il pagamento della differenza, che Amazon fu costretta a rifondere. C’è da dire che l’episodio risale a ben dodici anni fa, preistoria se si pensa alla velocità con cui la rete cambia e si evolve.

Per lo stesso motivo i social network – Facebook e Twitter in primis – sono maneggiati con estrema cura. Quello che nel linguaggio delle public relation si definisce “rischio reputazionale” è infatti altissimo, data l’immediata e devastante capacità di propagazione di critiche e la sostanziale impossibilità nel fermare l’onda, una volta generata, a suon di comunicati stampa. Soprattutto se di mezzo c’è il sensibilissimo tema della privacy digitale. Il social media da 140 caratteri, in ogni caso, secondo gli esperti è più utile della creatura di Mark Zuckerberg nell’aggregare opinioni e preferenze, forse per la celeberrima massima che vuole Facebook un luogo dove si mente agli amici e Twitter dove al contrario si è sinceri con gli sconosciuti.

Se non avete ancora prenotato, dunque, ecco come vi conviene comportarvi. Primo, come detto, usate un vecchio Pc. Secondo, non lasciate aperti Twitter e Facebook. Terzo, lasciate invece aperti altri siti di comparazione dei prezzi. Quarto, cercate sempre le offerte più basse. Quinto, non correte subito sulla pagina di pagamento, ma tornate indietro, mostrandovi indecisi. Ovviamente il coltello dalla parte del manico ce l’avranno sempre loro, ma un minimo di contrattazione, come al mercato quando si comprano i pomodori, dovrebbe essere democraticamente concessa a tutte le tasche. Buone vacanze!


:roll:


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