MACROFOTOGRAFIA
Rapporti di riproduzione
Prima di tutto definiamo il concetto della terminologia usata in ambiente macro in modo tale da comprendere poi tutti i vari punti.
Quando si parla di macrofotografia si sente spesso dire ..?quanto ti sei avvicinato???oppure ?a che distanza eri??, il concetto è sbagliato , non bisogna parlare di distanze minime o il ?quanto vicino?, bisogna pensare in ordine di ?ingrandimento o dimensioni del soggetto ripreso?.
L?ingrandimento è il rapporto fra le dimensioni fisiche dell?immagine sulla pellicola (vedi 24x36 mm nel caso delle macchine fotografiche Più comuni e a piccolo formato) e le dimensioni fisiche dell?oggetto fotografato.
Il rapporto di riproduzione viene indicato con una frazione del tipo 1:4 oppure 1:2 o 1:8 , queste frazioni stanno ad indicare che l?immagine sulla pellicola è Più piccola delle dimensioni reali del soggetto ripreso, nel caso di un rapporto di 1:4 (o una parte di esso) sta ad indicare che il soggetto ripreso(o una parte di esso) sarà grande un quarto rispetto alle dimensioni del fotogramma, oppure 1:2 vuol dire che il soggetto ripreso(o una parte di esso) ha una dimensione pari alla met? rispetto alle dimensioni reali della pellicola.
Quando cominciamo a parlare di rapporto di riproduzione 1:1 vuol dire che ci? che stiamo fotografando ha realmente le stesse dimensioni fisiche del formato fotografico che stiamo utilizzando, in questo caso si dice a ?dimensione reale? o ?a grandezza naturale?
Supponendo di lavorare con una reflex 35mm, sappiamo che le dimensioni della pellicola sono di 36mmx24mm(3,6 cm x 2,4 cm),se stiamo inquadrando un?area del soggetto di dimensione pari a quelle del formato della pellicola in uso, stiamo lavorando a dimensione reale, lo stesso concetto tanto per chiarirlo ancora meglio si puo fare con il classico telaietto di una diapositiva, se inquadrandolo copriamo tutta l?area che si trova al suo interno, stiamo effettuando una macrofotografia con un rapporto di riproduzione pari a 1:1.
Un rapporto invece di 1:10 sta a significare semplicemente che l?area inquadrata sarà grande 36x24 cm, a 1:5 18x12 a 1:2 7,2x4,8 , a 1:1 3,6x2,4 cm.
Nel caso raggiungessimo il rapporto di riproduzione pari a 2:1 ci? vorr? dire che il soggetto ripreso è grande il doppio rispetto alla grandezza del formato della pellicola,
quindi con un rapporto di 2:1 l?area ripresa sarà di 18x12 mm(riempiendo tutto il fotogramma che misura 36x24mm).
Dal rapporto di riproduzione di 1:10 fino a 1:5 possiamo considerare le nostre riprese ?close up? , dal rapporto 1:5 fino a 1:1 diciamo che ci troviamo nel campo della macrofotografia , superato questo limite si sconfina nel campo della Microfotografia.
PROFONDITA? DI CAMPO
Nella macrofotografia oltre ai rapporti di riproduzione dobbiamo fare i conti anche con la profondit? di campo(PdC).
La PdC è quella parte dell?immagine che comprende il punto Più vicino e quello Più lontano dalla fotocamera dove tutto è nitido?ovvero a fuoco.
Quando operiamo in macrofotografia non parliamo Più di metri come profondit? di campo, bensì in centimetri o frazioni di esso.
Con un diaframma f/16 e un rapporto di 1:2 la profondit? di campo è di circa 6mm.
Bisogna allora sfruttare al meglio il posizionamento ?fotocamera - soggetto? , in modo tale che l?uno si trovi parallelo all?altro, in altre parole cerchiamo di disporre la fotocamera (e quindi come riferimento il suo dorso), parallelo al punto focale o di maggior interesse del soggetto.
A questo proposito insisto per l?utilizzo del treppiede che abbia una testa con i classici tre movimenti e la possibilit? di poter estendere le gambe dall?altezza del viso fino ad arrivare al terreno, senza compromettere la sua stabilit? per cui lo abbiamo acquistato.
Ricordiamoci che lavorando a luce ambiente e con diaframmi molto chusi, il nostro tempo di scatto difficilmente ci permetter? di lavorare a mano libera, a meno che non si decida di utilizzare una fonte di illuminazione artificiale come quella dei lampeggiatori elettronici.
Nella macrocaccia fotografica consiglio l?utilizzo di uno o Più flash in modo tale da poter lavorare liberamente senza impedimenti o perdita di tempo dovuti al posizionamento del treppiede, non meno per sfruttare la potenza della luce flash per poter chiudere quel tanto che basta il diaframma da assicurarsi una PdC sufficiente oltre al tempo di scatto di sincronizzazione (da 1/60 a 1/500 delle recenti reflex digitali) Più breve, indispensabile per non portare a casa foto ?micro?mosse.
Sia l?inquadratura che la disposizione della luce flash e/o il fattore di esposizione (grigio medio) di quella naturale non differisce da quella delle riprese in condizioni ?normali?.
buone feste a tutti
Luca