Ieri sera supersession di allenamento Per carità esercizi triti e ritriti, che trovi su tutti libri di allenamento , ma molto validi. Ho iniziato un microciclo specifico che voglio fare sulle dita, lavorando in sospensione con carico a dita arcuate: molto pericoloso ma molto valido! E poi un po’ di traziun super caricate su liste minime e qualche travetours in trasformazione! Via ho fatto fruttare la serata forzata a casa

Sei senza fantasia... un po' di allenamento crativo non guasta ogni tanto...
Comunque... secondo me alla fine della fiera, una volta che più o meno si hanno delle linee guida e degli esempi da confrontare penso che ognuno sia il miglior coach di se stesso. A meno di non essere seguiti in modo molto preciso e continuo da qualcuno, che allora consiglia effettivamente carichi, tempi, tipo di esercizi, ecc... e controlla o sennò le differenze sono troppe, troppe le variabili ed è meglio imparare a sentire cosa chiedono in quel momento i propri muscoli, e la testa, che non affidarsi ciecamente a delle tabelle. Certo si può sbagliare... si può perdere anche del tempo, ma intanto si impara a valutare, a capire cosa serve e cosa invece può essere in quel momento superfluo o da rimandare.
Comunque il senso di quello che ti dicevo a riguardo del train mio era più o meno simile a quello che hai cominciato te. Ovvio con le differenze di dimensioni di lista... Onestamente a me adesso di mettermi a fare pesi, ecc... non ne ho proprio per la testa. Preferisco fare dei cicli brevi specifici sulle dita, e poi trasformare su muro boulder.

bien, alura good train edo e spakka tutto

Grazie, ma non spakko proprio niente. Io vedo che con la mia tecnica dei piccoli passi mi diverto a provare cose che anche solo un annetto fa al secondo spit ero cotto e non sapevo manco da che parte ripartire. Il train che ho cominciato su base semestrale ecc, sarà validissimo ma occorre un eccessivo impegno sia fisico che mentale. Che ora come ora non posso garantire. Se vado in palestra bien, se invece ci sono le settimane che sono incasinato fa lo stesso. Con degli esercizi al trave casalingo sono molto più flessibile e vedo che comunque si migliora.

quindi spakki, ognuno al proprio livello no pure io ogni tanto mi demoralizzo vedendo in giro certi elementi che ne hanno da vendere poi guardo funsu e mi riprendo subito

Demoralizzo? Non so... non credo proprio. Ormai sono sempre quasi il più vecchio della combriccola rampicatoria, e a me non fa che piacere vedere dei giovani (e alcuni per età potrebbero essere benissimo miei figli) che scalano e provano delle belle vie.
Se invece incoccio nel vekkietto pari età mia che scala forte devo dire che non me ne po' fregà de meno, tanto non avrei mai dedicato tutto il tempo che ha dedicato lui all'arrampicata.
In genere quindi a me i confronti non importano minimamente.
Poi so anche che invece ci sono altri che senza un confronto stanno male, a partire dalla cilindrata dell'auto... ma sono problemi loro. Io vivo sereno, anzi serenissimo...

beh, però in una certa misura il confronto credo sia positivo no almeno, per me è così confronto però, non invidia fine a se stessa

interessante il discorso del confronto... si potrebbe aprire un topic su quello, no

no meglio il muscolo dell'alluce del piede dx (e poi perchè non di quello sx boh )

Non lo so. Per me è una differenza proprio di carattere, penso. C'è chi ha bisogno per proprio carattere di avere sempre un riferimento da confrontare, ecc. So che è così, ma io proprio non riesco ad immedesimarmi in questa esigenza. Anzi mi infastidisce persino. Al punto che se, su qualsiasi cosa, mi accorgo che c'è qualcuno che vuole fare un confronto, e magari ne soffre, io preferisco proprio andare per la mia strada e bon. Mi da proprio noia l'idea del confronto, anche se inteso sportivamente. A me piace scalare per me, superare delle difficoltà per quello che rappresentano per me. Di vedere o di sapere che qualcuno le supera proprio non mi riesce ad interessare. Ma su tutto è sempre stato così. C'è chi nelle semplici passeggiate corre per arrivare due minuti prima, e lo vedo che non corre perchè gli piace a lui, ma perchè vuole arrivare prima. Ma che corra pure, io rallento...

Io la penso come te. Sicuramente è un discorso caratteriale. Anche se ci sono diversi livelli di confronto. Quello che intendeva fede, almeno penso, sia quello di confrontarsi ogni tanto con gli altri al di fuori del proprio orticello, soprattutto per vedere il proprio livello più che dire io sono più figo di te o altro... E questo è valido su più livelli, dall'allenamento alla tracciatura di nuovi boulder o vie... nel senso: io mi alleno e frequento una determinata palestra. assisto ad un miglioramento e questo mi da già soddisfazione, ma ad un certo punto non sarebbe male vedere bene o male che livello ho acquisito confrontandomi in un altra palestra con altri arrampicatori, solo per vedere in questa nuova dimensioni dove più o meno finirei 8 ma non per sentirmi meglio o peggio di altri ma solo per aprire gli occhi...) e così anche in falesia o nei boulder... nel senso certo che da soddisfazione chiudere un certo grado laddove bazzico di più ma se poi girando scopro che sono nettamente al di sotto o al di sopra di qeul grado questo potrebbe aiutarmi a razzionalizzare alcuni aspetti del mio alelnamento o della mia arrampicata...

Beh certo, questione di punti di vista ! io intendo il confronto come crescita, alla fine è quello che si fa pure qui nel forum no?
Se lo rimando al discorso arrampicata, il mio punto di confronto è sempre stato funsu per esempio. Ho iniziato con lui, anzi lui già arrampicava, per cui, non avendo altri riferimenti, lui era il mio. E ancora ora è così, ma non nell’ accezione negativa della cosa attenzione, semplicemente perché ognuno credo abbia dei punti deboli che possono essere “limati” con l’allenamento ma anche col confronto, perché non sempre si tratta di questioni genetiche, a volte semplicemente son pessime abitudini radicate. Mi spiego: se io mi sento debole di dita continuo ad allenarmi in un certo modo, resterò sempre debole di dita, ma non necessariamente perché sia così di natura. L’altra sera funsu mi ha fatto notare che forse anche il tipo di prensione che uso più spesso, per abitudine e per paura di nuovi infortuni, non fa che aumentare questa defaillance. Allora ho deciso di fare un micro ciclo mirato in questo senso. Ma probabilmente se non ci fosse stato un confronto in tal senso avrei continuato ad esser convinto di esser semplicemente debole di dita! E ancor più il confronto e positivo con gente che, piaccia o meno, ne sa più di noi su certe cose. Non mi sarei mai allenato in un certo modo se non avessi avuto l’esperienza di giova alle spalle, cosa che mi serve ancora adesso.
Questo per l’arrampicata, ma per me è sovente così per diverse cose. Questo è il confronto, le mille cose negative con qui puoi confonderlo son diverse!

confrontarsi significa anche vedere il modo con cui l'altro supera un boulder od un proprio punto debole nell'allenamento, ecc. ed eventualmente capire il proprio errore o l'errore altrui, sempre al fine di migliorarsi... dipende molto dal compagno/i di scalata con cui si bazzica... Parlando per me, le uniche volte che sale "l'agonismo" (se così si può chiamare) sono quelle nelle quali si lavora insieme un passaggio ed oltra alla buona riuscita si cerca di fare "la prima" (ovviamente tra i presenti...). questo serve a darci la carica (una carica in più se vogliamo...) per arrivare all'obbiettivo primario, ossia chiudere il passaggio. Dopodichè finisce tutto lì e la vera cosa brutta è quando uno l'ha chiuso e l'altro no perchè non si riesce a godersi la buona riuscita insieme...
Se incomiciassi a trarre più emozione nel superare gli altri piuttosto di arrampicare, smetterei perchè non arrampicherei più per me stesso, oltretutto avrei perso tempo perchè avrei dovuto far gare invece di arrampicare come un selvaggio in boschi solitari come mi sta piacendo un sacco fare

Io partirei dal contesto.
Ho usato il termine confronto rispondendo alla frase: «... pure io ogni tanto mi demoralizzo vedendo in giro certi elementi che ne hanno da vendere».

La mia risposta è stata: « In genere quindi a me i confronti non importano minimamente.
Poi so anche che invece ci sono altri che senza un confronto stanno male...» ecc.

Cioè ho usato il termine confronto rispondendo al fatto che a me di vedere cosa fanno altri non influisce per niente sul morale, non mi demoralizza, non mi esalta. Mi lascia indifferente.

Poi nella risposta successiva: «beh, però in una certa misura il confronto credo sia positivo no almeno, per me è così confronto però, non invidia fine a se stessa».

Io ho ribadido che il confronto non mi tange. In quella accezione. Non lo cerco, non lo voglio, non mi interessa.

Se poi si vuole usare il termine confronto, spostandolo dal senso da me usato per rispondere alla frase: «pure io ogni tanto mi demoralizzo vedendo in giro certi elementi che ne hanno da vendere» per me va anche bene.

Ma appunto come dite sono due cose diverse.
Nel secondo caso mi sta benissimo quindi "confrontarmi" per imparare cose nuove, per migliorare, ecc. O per aiutare a migliorare, ecc.
Preferisco sempre non avere ragione in compagnia invece di aver ragione da solo.
E se è vero che si impara dagli errori più che dalle verità note, allora trovare un errore nel proprio ragionamento, comportamento, ecc... è sempre meglio che una ulteriore conferma di una verità già conosciuta. Cioè si aggiunge qualcosa. E la precedente "verità" si comprende meglio.